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Dipendente licenziato dal Comune, è bufera

Gli esterni del municipio di Rivoli dov’è avvenuta la diatriba tra l’amministrazione e il dipendente
Gli esterni del municipio di Rivoli dov’è avvenuta la diatriba tra l’amministrazione e il dipendente
Gli esterni del municipio di Rivoli dov’è avvenuta la diatriba tra l’amministrazione e il dipendente
Gli esterni del municipio di Rivoli dov’è avvenuta la diatriba tra l’amministrazione e il dipendente

Licenziato senza preavviso. È questo l’esito di un procedimento disciplinare a carico di un dipendente del Comune di Rivoli, come si legge nella determina numero 32, e sta scatenando una bagarre politica sfociata pure in una richiesta di dimissioni del sindaco Armando Luchesa e della sua giunta del consigliere di minoranza Gino Banterla. L’ufficio per i procedimenti disciplinari, acquisite le prove e al termine di una fase istruttoria, ha stabilito per il lavoratore la sanzione del licenziamento senza preavviso. Dalle verifiche eseguite tramite un’agenzia investigativa il Comune avrebbe appurato che il dipendente ha usato in modo illegittimo i permessi ottenuti in virtù della legge n.104/1992 per l’assistenza a familiari bisognosi, ha svolto attività extra lavorativa non autorizzata ed è stato assente sette volte dal lavoro senza valide giustificazioni. «Questa storia è drammatica, va spiegata e compresa prima di esprimere giudizi di alcun tipo» avvisa l’assessore con delega al personale e vice sindaco, Luca Gandini. Aggiunge il sindaco Luchesa: «Sono umanamente dispiaciuto per questo procedimento conclusosi con un provvedimento così severo da parte dell’ufficio disciplinare del Comune, di cui unico responsabile è il segretario comunale. La vicenda mi ha molto addolorato, mai avrei voluto accadesse e in questa fase credo sia doveroso da parte di tutti il silenzio». CONTROLLI. «Qui nessuno ha operato a cuor leggero» continua Gandini, precisando che «questi procedimenti sono in mano ai funzionari dell’ente, non ai politici». Lo precisa pure il sindaco: «I provvedimenti relativi ai dipendenti sono di competenza dei dirigenti e non degli amministratori, che non possono interferire. Penso sia giusto che la politica rimanga fuori da queste azioni, che si basano su fatti e presupposti oggettivi. Il nostro dovere è fare in modo che ogni dipendente lavori sereno, per dare il miglior servizio al cittadino, e nel rispetto delle regole. Se nessuna regola è infranta, nulla è da temere». Da assessore al personale, però, Gandini ha dovuto seguire parte della vicenda. Ha avvallato i controlli e sposato l’incarico di affidarli agli investigatori privati, con una spesa per l’ente di 5mila euro. «Ragioni di tempestività ed urgenza» sottolinea l’assessore. Ora si sente messo alla gogna. «Ho agito in buonafede e nell’interesse del dipendente, per mettere a tacere numerose segnalazioni pervenute su di lui» continua. «Ero convinto che ne sarebbe uscito a testa alta. Per questo sono il primo a essere sorpreso e amareggiato di quanto emerso». Spiega che «su un controllo di 11 giorni, per tre volte il dipendente è stato trovato mentre era dedito ad attività extra lavorative o svaghi che nulla hanno a che vedere con l’assistenza a un famigliare malato». E conclude: «Sono molto dispiaciuto, dal punto di vista umano, ma chi non rispetta le regole si deve assumere le proprie responsabilità». REAZIONI. Il licenziamento del dipendente sta scatenando reazioni a catena, in paese. A livello politico sta montando un caso e si sta sollevando un polverone, a poca distanza ormai dalle elezioni amministrative della prossima primavera. Gandini è perentorio: «La politica non c’entra in questa vicenda, che non va strumentalizzata». Intanto il consigliere Banterla è arrivato a chiedere ieri pomeriggio, con richiesta protocollata in municipio e al prefetto, le dimissioni del sindaco Luchesa e della giunta. Banterla auspica «la nomina di un commissario prefettizio che porti ordine nell’amministrazione del Comune e garantisca piena e serena operatività degli uffici, nell’interesse esclusivo della popolazione». A suo dire «è ormai troppo palese la spaccatura interna. Infatti il caso avrebbe richiesto un doveroso intervento politico di mediazione e di buon senso da parte della giunta, che non c’è stato». Il suo collega in minoranza Mirco Campagnari, invece, ha avviato una petizione con raccolta firme «per far tornare l’amministrazione sui suoi passi» afferma. •

Camilla Madinelli

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