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Covid e leggi, nove multe in 10 giorni

Il centro di Lazise, in pochi si aggirano per una passeggiata in questi giorni tra fascia rossa e arancione   FOTO PECORA
Il centro di Lazise, in pochi si aggirano per una passeggiata in questi giorni tra fascia rossa e arancione FOTO PECORA
Il centro di Lazise, in pochi si aggirano per una passeggiata in questi giorni tra fascia rossa e arancione   FOTO PECORA
Il centro di Lazise, in pochi si aggirano per una passeggiata in questi giorni tra fascia rossa e arancione FOTO PECORA

Sono nove le sanzioni applicate da inizio anno ad altrettante persone a cui è stata contestata la violazione delle normative anti-Covid: è il bilancio dell’attività svolta dalla polizia locale di Lazise durante i primi dieci giorni di gennaio. I primi due casi sono stati riscontrati nell’ambito dei controlli sugli spostamenti non consentiti e in tutto hanno coinvolto cinque persone che si sono uscite dal proprio Comune di residenza in giorni rossi senza giustificato motivo e senza rientrare nelle deroghe consentite dalla normativa. La prima sanzione risale al fine settimana tra il 2 e il 3 gennaio ed è stata inflitta a un automobilista proveniente da Verona, che ha spiegato agli agenti di essere arrivato a Lazise per fare due passi in riva al lago. Il giorno dell’Epifania è stata invece fermata un’auto proveniente da Bardolino con a bordo quattro giovani che hanno detto di essere diretti a Bussolengo da amici: tutte motivazioni e casistiche non contemplate tra gli spostamenti possibili nei giorni classificati come rossi. Sabato scorso sono invece stati sanzionati il titolare e due avventori di un locale di Pacengo per non aver rispettato le restrizioni previste in fascia arancione, in quanto i due clienti stavano prendendo l’aperitivo al tavolo mentre era consentito solo l’asporto. In tutti questi casi è stata applicata la sanzione di 400 euro (280 in realtà se pagata entro cinque giorni), con in più la sanzione accessoria della chiusura di cinque giorni per il locale della frazione. La nona multa, che è stata forse anche la più eclatante e tuttora controversa per diverse interpretazioni normative fornite dagli uffici comunali, è stata inflitta alla titolare della pista di pattinaggio installata in prossimità del parco giochi di Lazise. Chiusa durante le festività, la pista è stata aperta venerdì e nella tarda mattinata di sabato è scattato il provvedimento della polizia locale, implicitamente avallato ieri dalla Prefettura di Verona che ha stabilito la chiusura della struttura per cinque giorni (sanzione accessoria che in questo caso non produce ulteriori effetti, dovendo la pista rimanere comunque chiusa in virtù di quanto stabilito dal Dpcm del 3 dicembre, o almeno è questa l’interpretazione dominante). «Per tenere alto il livello dei controlli, il Comune ha confermato per ulteriori 12 mesi i quattro agenti stagionali, possibilità prevista da un decreto del Governo», spiega il comandante della polizia locale Massimiliano Gianfriddo. In totale la polizia lacisiense può contare così su 15 agenti suddivisi in turni, numero elevato se paragonato a quello di altre polizie municipali lacustri. Nel complesso, riferisce Gianfriddo, durante le festività non ci sono state criticità particolari: a parte i casi riportati, i cittadini hanno rispettato le limitazioni e il paese appariva perlopiù deserto, come durante il lockdown di primavera. «Le norme di prevenzione vengono modificate di continuo e da parte nostra, oltre alla necessaria attività di controllo, c’è la massima attenzione all’informazione su ciò che è consentito o meno fare», riprende il comandante Gianfriddo, «sia attraverso la nostra pagina Facebook sia al telefono, rispondendo alle numerose richieste di chiarimento che ci arrivano». Sull’andamento dell’epidemia a Lazise il sindaco Luca Sebastiano conferma: «L’allerta rimane alta». «Abbiamo passato un periodo intenso», prosegue il primo cittadino, che è anche medico di medicina generale e a novembre si è ammalato di Covid 19, «ora i numeri sono abbastanza fermi su 75-80 casi di positivi, ma ritengo come sempre che questo dato non sia veritiero: da un lato perché tiene conto anche dei contatti stretti, ovvero persone che sono state a stretto contatto con altre risultate positive al virus ma che non sono state a loro volta accertate come positive, dall’altro lato perché qualche caso inevitabilmente sfugge». •

Katia Ferraro

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