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Costruisce in legno
qualsiasi oggetto
Comprese le scarpe

Tre scarpe in legno realizzate da Mazzola FOTOSERVIZIO AMATOArmando Mazzola mostra un cappello da alpino in legno
Tre scarpe in legno realizzate da Mazzola FOTOSERVIZIO AMATOArmando Mazzola mostra un cappello da alpino in legno
Tre scarpe in legno realizzate da Mazzola FOTOSERVIZIO AMATOArmando Mazzola mostra un cappello da alpino in legno
Tre scarpe in legno realizzate da Mazzola FOTOSERVIZIO AMATOArmando Mazzola mostra un cappello da alpino in legno

Quando la fantasia, trasformata in arte, supera la realtà allora possono scaturire oggetti unici. Come quelli intagliati nel legno da Armando Mazzola, 65 anni, che abita con la moglie Anna Maria Zanini in località Fintanorbole, borgo risalente ad almeno due secoli fa.

Vivono in una casa che di per sé è una «chicca». Per il calore e il sapore antico che emana e perché sorge a Caprino, mentre garage, corte e strada d’accesso si trovano a San Zeno di Montagna.

Mazzola, che è nel direttivo della Pro loco di Caprino e presidente dell’associazione benefica Feste Lumini, si dedica alla passione di scolpire il legno dal 2013 quando è andato in pensione.

«Iniziai a lavorare a 15 anni facendo l’idraulico, poi il meccanico e, dal 1977 al 2013, il posatore. Prima a Verona e, dal 1990, quando tornammo qui, nel Baldo Garda. Nel 1958 infatti, la mia famiglia, come le altre, si trasferirono altrove per lavoro. Andammo a Roverbella nel Mantovano. Nel 1971 però io e i miei fratelli abbiamo iniziato a ristrutturare la casa e poi tutto il borgo, che era diroccato, aprendo la strada che era una mulattiera. Dal 1990 io e mia moglie siamo fissi qua».

In casa si entra facendo undici gradini. All’interno sono opera sua, ad esempio, il camino con la cappa di castagno e tante suppellettili: copie di vecchi ferri da stiro riempiti di braci, un lavabo con secchio e catino, un meraviglioso scarponcino da montagna con tanto di lacci, portafrutta a forma di cuore». Tutti di legno. Suoi, in giardino, anche una fontana di castagno da cui sgorga acqua, una coppia di funghetti, una carriola, fioriere. Ma il «concentrato» sta in taverna.

«Ho costruito da solo lo stabile», dice fiero. «La sera, quando tornavo dal lavoro, cercavo i sassi. Il sabato e la domenica li mettevo su. Il tetto ho voluto che fosse a capriate perché mi ricordano le vecchie case». Lì c’è la mostra dove tiene le sue creazioni che porta anche ai mercatini. L’ultimo sabato del mese è a quello Caprino, dove sarà anche all’edizione straordinaria del 15 aprile.

«Una volta all’anno sono a Roverbella, siamo stati due volte a Lazise e in agosto allestirò come sempre una mostra alla Fiera Montebaldina di Caprino. Espone e vende.

«Ma spesso mi capita di dire che l’oggetto richiesto è già venduto perché gli sono affezionato», sorride. Sembra che, con le sue creazioni, desideri fissare il passato, la tradizione dei lavori locali legati ad artigianato, agricoltura, allevamento. Sul tavolo sono disposti attrezzi ora desueti per falciare il fieno, pala, rastrello, accetta, piccone, falci col corno ove riporre l’arnese per affilarla, campanacci.

Non solo: un fine servizio da caffè con moka, piatto e tazzina, zuccheriera, bricco del latte. Una meravigliosa bilancia con la catena, sottilissima, creata, anello per anello, da rami di olivo. Poi scarponcini di varie misure con tanto di buchi per i lacci. Sembrano veri, pronti per essere infilati e mettersi in marcia.

Mazzola non poteva non intagliare quanto serve per attizzare e muovere braci vere. C’è poi l’angolo della malga: «Ho creato le miniature degli strumenti che si usavano per fare burro e formaggio». Sua idea è un gran contenitore-schiaccianoci che spacca la scorza e può raccoglierla. Predilige l’olivo: «Ogni tronco ha una sua storia raccontata da venature sempre diverse. Ma anche il castagno mi piace. Il legno emana calore ovunque lo si posi».

Barbara Bertasi

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