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Cook fallisce, danni anche sul lago

Una storica agenzia londinese di Thomas Cook
Una storica agenzia londinese di Thomas Cook
Una storica agenzia londinese di Thomas Cook
Una storica agenzia londinese di Thomas Cook

Finito il periodo delle vacanze, gli hotel del Garda quest’anno devono fare i conti anche con soggiorni non saldati. La colpa non è dei turisti insolventi, ma del fallimento del mega gruppo Thomas Cook, il tour operator britannico che ha lasciato debiti per oltre due miliardi di euro, parte dei quali in capo ad aziende turistico-ricettive italiane. Si contano a centinaia le camere acquistate, anche per più pernottamenti, dai clienti delle agenzie di viaggio in tutta Europa, per ferie godute soprattutto nel mese di agosto ma per le quali gli albergatori locali non hanno ricevuto un centesimo dal gruppo: difatti, qualche giorno fa il grande gruppo turistico ha dichiarato bancarotta. Gli scoperti, sommati, rischiano di mettere in difficoltà diverse attività anche sul lago. Mentre sono poche le criticità rilevate a Verona. «Abbiamo ricevuto segnalazioni dai colleghi e aperto un’indagine per conoscere l’entità del fenomeno», spiega il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Ivan De Beni, «ci sono strutture coinvolte in varia misura. C’è chi ha fatto contratti per cinque camere, chi per 10. Impossibile però, allo stato attuale, definire il numero delle aziende coinvolte e la stima dei danni». A rendere complessa l’operazione, anche il fatto che alcuni imprenditori si sono messi in contatto direttamente con Federalberghi nazionale. Occorrerà quindi fare sintesi tra segnalazioni partite dal territorio e raccolte a livello veronese, regionale e nazionale, per avere un quadro d’insieme attendibile. Il crack impatta anche sui futuri arrivi, che per fortuna in autunno sono comunque in calo. «Il consiglio che si può dare ai colleghi con clienti che hanno effettuato prenotazioni tramite il tour operator fallito è di informare che l’hotel, non potendo ricevere nulla dalla ex multinazionale dei viaggi, presenterà il conto a fine soggiorno», fa presente. Il problema più urgente da risolvere riguarda comunque i mancati pagamenti, che possono trasformarsi in buchi nei bilanci di tante imprese. Confcommercio Verona e Confidi Veneto, raccogliendo gli input di Federalberghi Verona e Federalberghi Garda Veneto, mettono a disposizione finanziamenti per far fronte alle esigenze finanziarie causate dal crack. «Un’operazione resa possibile dal supporto del nostro Confidi e istituti bancari, tra cui Bcc-Valpolicella Benaco Banca, nei confronti dei quali ci siamo attivati a settembre, appena saputo del fallimento, per dare ristoro alle aziende colpite», sottolinea Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona. «Confidi Veneto si è messo in moto per assicurare una tempestiva iniezione di liquidità alle aziende a rischio crisi», fa sapere Paolo Artelio, presidente di Confidi Veneto. Federalberghi, insieme ad altre organizzazioni del sistema Confcommercio, ha elaborato e consegnato alla sottosegretaria al Turismo, Lorenza Bonaccorsi, un pacchetto di proposte. Tra le misure, l’attivazione di un credito di imposta temporaneo, proporzionale all’importo vantato; la definizione di un regime di Iva per cassa per tutte le fatture emesse e da emettere nei confronti del gruppo. Infine, l’attivazione di ammortizzatori sociali per i dipendenti delle aziende coinvolte e che hanno già contrattualizzato il personale per far fronte agli impegni dei prossimi mesi. «Confidiamo in una risposta positiva da parte del Governo», conclude il presidente De Beni. •

Valeria Zanetti

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