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Conto alla rovescia per il Parco della Rocca

Parte il conto alla rovescia per la realizzazione del Parco ambientale della Rocca del Garda nei comuni di Garda e Bardolino di cui si parla da anni. Lo fa sapere il consigliere Luigi Lavezzari, reduce da un incontro «chiave» in Regione, cui erano presenti anche il sindaco di Bardolino Lauro Sabaini e l'assessore Fabio Sala. Incontro cui ne seguirà un altro oggi, sempre con i relativi tecnici, sempre in Regione, per mettere a punto altri dettagli. INCURIA. L'occasione per parlarne, oltre a questi passi «chiave» che, quasi per scaramanzia Lavezzari non aveva pubblicizzato, è rispondere a una lettera inviata agli amministratori dei due comuni da Maurizio Delibori, presidente del Centro turistico giovanile (Ctg) Aca (Animatori culturali ambientali) Monte Baldo che ha chiesto loro di intervenire urgentemente. «Visto che», scrive Delibori, «sulle Rocche non c'è solo mancanza di sicurezza, ma anche incuria per i reperti storici e archeologici che conservano. Da anni hanno deliberato di costituire qui un parco naturale locale, ma non è ancora attivo poiché manca un piano ambientale di gestione dell’area. Intanto», incalza, «la zona si degrada ed è anche pericolosa per chi le visita. La Rocca, rilievo appartenente alla sinclinale baldense, è un luogo bellissimo», evidenzia, «per il paesaggio e il panorama sul lago, ma lasciato nell’abbandono con sentieri non curati, belvedere senza protezioni (è anche accaduto un incidente mortale, ndr), aree archeologiche degradate, grotte-gallerie della prima Guerra mondiale pericolose, boschi invasi dagli sterpi». REPERTI ARCHEOLOGICI. Come Lavezzari, Delibori ricorda che la Rocca è stata abitata dall’Età del Ferro ai nostri giorni. «C'erano un insediamento goto-longobardo e un castello che nel 951 divenne prigione di Adelaide di Borgogna. Dalle campagne archeologiche degli ultimi decenni», prosegue, «sono emersi reperti interessanti, anche un sarcofago romano del II secolo d.C., vicino ai resti di una chiesetta altomedioevale del V-VI secolo, oggi abbandonato tra l’erba». E ci sono anche resti di mura e fortificazioni e la «sedia di Adelaide», un masso incavato che la tradizione vuole fosse usato da questa regina. «Sono sommerse dalla vegetazione», commenta Delibori. «Dall’altra parte del lago c'è il Parco archeologico della Rocca di Manerba con un centro di visita. Non potremmo imparare da questo esempio virtuoso una gestione ambientale del territorio della Rocca?». PROGETTO APPROVATO. Fa sapere Lavezzari: «Il 21 ottobre dell’anno scorso la Regione ha convocato il tavolo per la Valutazione tecnica regionale (Vtr, ndr) alla Direzione pianificazione territoriale e il progetto del Parco è stato approvato, all'unanimità, da tutte le commissioni. Prevede», precisa, «la valorizzazione di tutta l'area riguardante il parco, circa 140 ettari, recuperando sentieri, insediamenti del passato e reperti archeologici, curando fauna e flora endemica. Nel 2018», ricorda sempre Lavezzari, «la Regione aveva approvato il Piano territoriale regionale di Coordinamento (Ptrc, ndr). Ora è in corso di approvazione la variante a tale Ptrc che renderà più semplice approvare il parco stesso. Quando l'avranno approvata, auspichiamo a breve, i Comuni potranno redigere il Piano ambientale di gestione del Parco. Oggi torneremo in Regione per definire altri dettagli. Quindi sarà affidato l'incarico a un tecnico che stilerà il progetto dettagliato che si ricollegherà a quello generale a cui si lavora da anni». L’OBIETTIVO. «L'obiettivo principale del Parco», dice Lavezzari, «è valorizzare tutta la zona e, mantenendo inalterate le caratteristiche ambientali della Rocca, renderla più fruibile ai cittadini e ai tanti turisti che la visitano». Ribadite le testimonianze del passato qui conservate, dice: «Purtroppo la situazione non è delle migliori, ma è nostro obiettivo studiare come rendere questo tesoro visibile al pubblico in sicurezza. Il progetto, volto a governare e non a stravolgere l' esistente, è stato presentato ai frati benedettini dell'Eremo dei Camaldolesi dettisi favorevoli». I COSTI. «Redatto il progetto organico, potremo definire i costi dei vari lavori e verificare le possibilità di ottenere finanziamenti», prosegue Lavezzari. «L'amministrazione farà una variazione di bilancio e inserirà un nuovo capitolo di spesa per partire. A questo punto mi sento di dire che, per la valorizzazione della Rocca, sono in sintonia con Delibori. Anche perché con Monte Luppia e Rocca di Manerba, è un polmone verde tra i più notevoli del lago da difendere per noi, i turisti e i nostri figli. Abbiamo infatti coinvolto per un concorso di idee le primarie e le medie e dell'Istituto comprensivo Floreste Malfer che vedrà gli alunni creare un logo del parco». Delibori ha ricordato l'incidente mortale avvenuto sulla Rocca. Afferma Lavezzari: «La sentenza non ha attribuito responsabilità alle persone, operai inclusi, della pubblica amministrazione che erano state citate in giudizio come possibili corresponsabili dell'accaduto a causa di un'insufficiente protezione». Aggiunge il sindaco Davide Bendinelli: «Nel corso dell' istruttoria è stato accertato che il punto di caduta non è proprietà del Comune motivo per cui il Comune non potrebbe recintare terreni di proprietà altrui. La Rocca, come tutte le montagne, è opera della natura e non dell'uomo e non vi è l'obbligo da parte dell'ente pubblico di porre recinti, parapetti o manufatti simili, a differenze di quanto riguarda, ad esempio, le strade che sono infrastrutture fatte dall'uomo». IL SINDACO. Conclude il sindaco di Bardolino Sabaini: «Mi pare esagerato parlare di stato di abbandono. In realtà facciamo costantemente manutenzione dell'area e teniamo puliti i sentieri. La volontà di creare il parco è portata avanti da anni in sinergia col Comune di Garda. Finalmente si sta concludendo la pratica a livello regionale e, come Comune, abbiamo già stanziato 50mila euro a bilancio per partire con le relative iniziative». •

Barbara Bertasi

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