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Condotta sub lacuale corrosa Via agli interventi di rattoppo

La chiatta utilizzata come base d’appoggio  per le riparazioni della condotta sub lacuale
La chiatta utilizzata come base d’appoggio per le riparazioni della condotta sub lacuale
La chiatta utilizzata come base d’appoggio  per le riparazioni della condotta sub lacuale
La chiatta utilizzata come base d’appoggio per le riparazioni della condotta sub lacuale

L'Ispettorato di porto della Regione Veneto ha emanato un’ordinanza per l’«interdizione della navigazione nelle acque di Torri per interventi di riparazione in alto fondale delle condotte sub lacuali tra i Comuni di Toscolano Maderno e Torri dal 17 febbraio al 24 marzo». La ditta Drafin Sub di Genova, che ha già fatto i lavori di “rattoppo” in passato, sta mettendo mano alla situazione delle condotte che, specie nel tratto di Maderno, sono ammalorate. In un mese di lavori, ancora una volta, si cercherà di sistemare la condotta. La relazione dell'ingegner Graziano Falappa di Jesi, che ha esaminato per conto di Garda Uno l'andamento della corrosione nel corso degli ultimi dieci anni, ha riportato: «Anche nell'ipotesi di seguire scrupolosamente le più recenti normative internazionali di settore che forniscono le guide metodologiche per valutare la fattibilità tecnica di prolungare la vita di condotte subacquee, non si può garantire il mantenimento in vita del collettore in totale sicurezza oltre la durata originaria, in considerazione dell'intensità dei fenomeni di micro e macro fouling (incrostazioni, ndr). Ne deriva che non è possibile compiere valutazioni sull'integrità attuale e futura delle condotte e garantirne la sicurezza». Insomma, la condotta sublacuale fognaria tra Toscolano Maderno e Torri va assolutamente dismessa quanto prima. «Perché le tubazioni sono ad alto rischio di corrosione e di perforazione», affermano il sindaco di Torri, Stefano Nicotra e il presidente di Azienda Gardesana Servizi Angelo Cresco. I due fanno riferimento alla relazione tecnica di fine 2022 dell’ingegner Falappa dove si legge: «L'Analisi di rischio eseguita secondo le più accreditate nome e procedure internazionali impone al gestore (Garda Uno, ndr) l'attuazione di tutte le azioni e le misure mitigative necessarie a mantenere o ridurre il rischio dovuto al fenomeno della bio-corrosione a un livello accettabile tenuto conto che la corrosione esterna è classificata a rischio molto alto». Le conclusioni delle videoispezioni subacquee e dei sopralluoghi sui fondali del Garda sono allarmanti e non lasciano spazio a dubbi. Tutto nero su bianco e pubblicato da Garda Uno sul suo sito istituzionale. Quella di cui si parla è la condotta sublacuale che trasporta i reflui fognari dalla sponda bresciana a quella veronese. Il collettore convoglia in pressione i reflui fognari ancora da trattare da Toscolano Maderno fino a Torri, attraversando l'alto lago di Garda. «Una volta raggiunta la sponda veronese, i reflui vengono convogliati in altrettanti collettori sublacuali in cui vengono fatte confluire anche le acque reflue raccolte lungo l'intera sponda veronese sino a raggiungere il depuratore di Peschiera», come si legge. Il collettore è stato realizzato tra gli anni 1984 e 1985 dal Raggruppamento di imprese Cimi-Montubi e Geomar ed è costituito da du condotte sublacuali parallele in acciaio, che si estendono per una lunghezza di 7,396 chilometri secondo un tracciato che raggiunge la profondità massima di 247 metri. Dai rilievi effettuati, le conclusioni tecniche fanno impallidire: si parla di centinaia di punti trattati ogni anno, dal 2017 a oggi, per l’elevata corrosione. Soprattutto nel tratto bresciano delle condotte e, in minor parte, anche in quello veronese. «A partire da maggio 2017», si legge ancora, «è stato evidenziato un crescente fenomeno di bioconcrezioni e aggregati sulla superficie delle condotte che han generato eventi di corrosione. L'insieme delle condizioni del sito, cioè le caratteristiche chimico-fisiche dell'acqua del lago e dei sedimenti e il loro gradiente verticale e orizzontale, le caratteristiche del materiale costituente le condotte, le caratteristiche del liquame trasportato nelle tubazioni, è favorevole alla proliferazione di organismi, alcuni dei quali trovano nelle superfici esterne delle condotte un ambiente idoneo alla crescita in ammassi macroscopici. Tra gli organismi che aderiscono alle superfici delle condotte e le colonizzano sono stati diffusamente rinvenuti batteri responsabili della formazione di concrezioni minerali e ciò può, a lungo andare, portare alla perforazione del manufatto». Insomma, gli interventi dal 2017 a oggi si sono susseguiti in alcune centinaia di punti delle condotte ma, nonostante questo, la rapidità e l’esponenzialità del fenomeno descritto mette a rischio la tenuta delle tubazioni. «Siamo di fronte a una vera bomba ecologica», hanno ripreso Cresco e Nicotra. «Con Garda Uno e col presidente Bocchio c'è grande collaborazione. Quello che rileviamo è però», ha detto Cresco, «che servono subito gli stanziamenti per fare il nuovo collettore con urgenza. Se la condotta sublacuale tra Maderno e Torri si rompesse, sarebbe un disastro inimmaginabile per il Garda, che costituisce il 40 per cento della riserva di acqua potabile italiana. O si fa in fretta, o si rischia un terremoto ecologico che distruggerà il Garda per sempre». •.

Gerardo Musuraca

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