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Collettore, modifiche rischiose

Conduttura nel Garda
Conduttura nel Garda
Conduttura nel Garda
Conduttura nel Garda

Modificare il progetto del nuovo collettore del Garda è un «rischio». Questo il termine usato dalla direttrice del ministero dell’Ambiente, Maddalena Mattei Gentili, nella riunione della cabina di regia sul collettore tenuta mercoledì in videoconferenza. «Il ministero è rimasto basito dall’ennesima titubanza bresciana», riferisce Giovanni Peretti, presidente dell’Ats Garda ambiente, associazione temporanea di scopo partecipata da 35 Comuni gardesani e dell’entroterra. Al centro della riunione è stata messa la mozione approvata il 30 novembre dal Consiglio provinciale di Brescia, che ha introdotto il principio secondo cui i depuratori devono essere realizzati sul territorio dove i reflui sono prodotti. La mozione ha dato sei mesi di tempo per studiare una collocazione alternativa del depuratore a cui far arrivare i reflui dei Comuni della costa bresciana che ora confluiscono all’impianto di Peschiera. Accantonata quindi, per ora, l’ipotesi del potenziamento del depuratore di Montichiari e dell’ampliamento di quello in costruzione a Gavardo, nell’entroterra, per sondare la possibilità di realizzare un nuovo impianto vicino al lago. Il direttore dell’Ufficio d’ambito di Brescia, Marco Zemello, ha fatto sapere di aver presentato una proposta alternativa al gestore Acque Bresciane su cui si attende una risposta entro un mese. «Non si è entrati nello specifico», spiega Peretti, «ma l’ipotesi di cui si sente parlare è Lonato, soluzione già proposta e abbandonata anni fa che, se portata avanti, comporterà un allungamento notevole delle tempistiche anche solo per reperire le aree. La politica bresciana è entrata in un cul-de-sac cercando di accontentare tutti», prosegue Peretti, «ma scontentando sempre qualcun altro: non ne usciremo se chi di dovere non si prenderà le proprie responsabilità». Alla cabina di regia ha partecipando anche la presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini, che ha fatto mettere agli atti il parere dell’Avvocatura della Provincia di Brescia secondo cui la mozione non è vincolante, non potendo il Consiglio provinciale esprimere pareri sui progetti del servizio idrico integrato ma solamente definire gli indirizzi generali della pianificazione. «Abbiamo riportato alla cabina di regia l’esito dell’incontro degli amministratori veronesi tenuto lunedì, sottolineando la contrarietà a ogni proposta di modifica dello schema complessivo di collettamento che preveda il potenziamento del depuratore di Peschiera del Garda», spiega il direttore del Consiglio di bacino veronese Luciano Franchini. L’idea di mantenere invariato lo schema del collettore attuale, continuando a utilizzare il depuratore di Peschiera come il principale per tutto il lago di Garda veronese e bresciano, non è infatti ancora tramontata. In un comunicato cinque associazioni e comitati bresciani chiedono, tra le altre cose di valutare l’opzione zero, ovvero la ristrutturazione del collettore esistente come base di confronto per ogni nuova ipotesi. •

K.F.

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