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Collettore, la sponda veronese tira dritto

Una delle condutture fognarie sui fondali del lago di Garda
Una delle condutture fognarie sui fondali del lago di Garda
Una delle condutture fognarie sui fondali del lago di Garda
Una delle condutture fognarie sui fondali del lago di Garda

Katia Ferraro Il percorso per approvare il progetto definitivo del collettore fognario del Garda, relativamente alla sponda veronese, va avanti e non sarà fermato dalle azioni di contrasto che stanno mettendo in campo associazioni e comitati bresciani che si battono contro la realizzazione e il potenziamento dei depuratori di Gavardo e Montichiari, parteggiando per l’ampliamento del depuratore di Peschiera del Garda. Lo ribadiscono il Consiglio di Bacino Veronese-Ato Veronese (l’ente che governa il servizio idrico integrato dei Comuni della provincia di Verona) e Azienda gardesana servizi (Ags, che gestisce la rete idrica e fognaria dei Comuni della riviera veronese) rispondendo a distanza al messaggio con cui i comitati ambientalisti contro i depuratori stanno invitando altri cittadini ad unirsi alla battaglia sottoscrivendo la richiesta di sospendere l’iter di approvazione del progetto veronese fino a quando sarà terminata l’emergenza legata all’epidemia di Covid-19. UN FRENO comunque c’è già stato per effetto dell’articolo 103 del decreto Cura Italia, che ha stabilito la sospensione dei termini nei procedimenti amministrativi compresi tra il 23 febbraio e il 15 aprile: norma che per il progetto veronese comporta lo slittamento all’11 maggio della data, originariamente fissata al 20 marzo, entro cui possono essere presentati pareri, osservazioni e prescrizioni al progetto. È questo, almeno per ora e a meno di ulteriori proroghe dovute all’emergenza sanitaria, l’unico rallentamento alla conclusione dell’iter. «Per noi rimane l’obiettivo di approvare il progetto definitivo entro maggio, sia perché entro il 30 giugno l’assemblea dei sindaci deve approvare il programma quadriennale degli investimenti 2020-2023, sia per partire a gennaio con i primi lavori», spiega Luciano Franchini, direttore di Ato Veronese. Dopo la chiusura dei termini per ricevere pareri sul progetto verrà convocata una riunione (conferenza dei servizi sincrona) con i portatori di interesse istituzionali in cui verranno esaminate le osservazioni presentate: il verbale segnerà già l’approvazione del progetto, che sarà ufficializzata da una determina del direttore dell’Ato. NEL FRATTEMPO sia Ato Veronese che Regione Lombardia hanno sollecitato il Ministero dell’ambiente a riconvocare, in videoconferenza, la cabina di regia del collettore saltata il 9 marzo scorso. Richiesta che il Ministero ha accolto invitando le amministrazioni comunali dell’asta del Chiese a designare i propri rappresentanti tecnici che dovranno illustrare l’impatto ambientale degli impianti previsti a Gavardo e Montichiari. L’invito a non procrastinare l’iter del progetto bresciano non è stato accolto di buon grado dai sindaci e dai comitati del fronte del no, che al quotidiano BresciaOggi hanno espresso indignazione per la missiva del Ministero, giudicata una «pugnalata» in un periodo in cui per l’emergenza sanitaria i sindaci sono impegnati su altri fronti. Va ricordato che i progetti del nuovo collettore fognario procedono slegati tra la sponda veronese e bresciana, ma sono interconnessi: per questo prima che il progetto definitivo veronese sia approvato è necessario avere la certezza delle scelte della sponda bresciana, dove il progetto è alla fase preliminare e deve passare il vaglio della valutazione di impatto ambientale prima di essere approvato. Lo scenario dei due depuratori a Gavardo e Montichiari a servizio del collettore gardesano è stata giudicata la migliore tra le quattro approfondite nello studio commissionato all’Università di Brescia. Una soluzione che permette di «slegare» il collettore della sponda lombarda da quello veronese, cui oggi confluiscono la maggior parte dei Comuni bresciani, eliminare le sublacuali tra cui tra Toscolano Maderno e Torri e sgravare il depuratore di Peschiera. «Non esistono alternative a questo progetto, considero le altre proposte dilatorie, folli e perdenti», tuona il presidente di Ags Angelo Cresco, «abbiamo ridiscusso il progetto più volte, ci sembrerebbe paradossale cambiare linea. Inoltre, con la crisi economica che si prospetta nel nostro Paese, se lo rinviamo ancora non lo faremo più». •

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