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«Cinghiali fuori controllo: vanno eliminati»

Cinghiali: dal Baldo al Garda sono sempre più un pericolo per le persone e le colture
Cinghiali: dal Baldo al Garda sono sempre più un pericolo per le persone e le colture
Cinghiali: dal Baldo al Garda sono sempre più un pericolo per le persone e le colture
Cinghiali: dal Baldo al Garda sono sempre più un pericolo per le persone e le colture

«Se siamo al punto che una signora non può passeggiare tranquilla col proprio cane in un sentiero che non è affatto in mezzo ai boschi ma a una cinquantina di metri dalla Gardesana, allora vuol dire che siamo arrivati al capolinea. Non è accettabile: bisogna dire basta ed eradicare il cinghiale dal Baldo e dalle nostre zone». Reagisce con stizza e con molta preoccupazione il sindaco di Brenzone, Davide Benedetti, alla notizia data dal nostro giornale che Giada, una meticcia di quattro anni, è stata attaccata martedì mattina, in pieno giorno, verso le 12, da un cinghiale che si trovava sul sentiero che porta in località La Pianta, poco a sud di Castelletto, a poche decine di metri di altezza sul lago. «Giada ora sta meglio», hanno fatto sapere da Castelletto i proprietari, «e, se non si verificheranno infezioni, speriamo che se la possa cavare. Per ora procede con la guarigione. Incrociamo le dita». «La paura e lo sconcerto per quanto è accaduto sono veramente altissimi», ha aggiunto Emiliano Castori, il cacciatore di Malcesine amico della famiglia Formaggioni di Castelletto, che ha materialmente ricucito Giada, visto che il veterinario non si trovava, «ma non è una sorpresa. Da molti mesi denuncio una situazione che, sul Baldo, dove io vado a caccia, è davvero esplosiva». Il primo cittadino di Brenzone cercherà adesso di fare materialmente qualcosa per sbloccare la «situazione di empasse in cui si trova la caccia scaligera», come lui stesso dice. Anche Castori ha infatti denunciato: «Il controllo vero e proprio del cinghiale è bloccato dall’ottobre scorso per ragioni, credo, fondamentalmente burocratiche. Gli organi preposti, tra cui la polizia provinciale e la Regione, di fatto si rimbalzano la responsabilità e il problema è che, chi ne ha la competenza, non organizza uscite con visori notturni, che sarebbe il metodo più efficace per il reale abbattimento del cinghiale». Parte da questo punto il ragionamento di Benedetti. «Siamo partiti da zero circa un paio di anni fa», dice il sindaco, «e qualcosa è stato fatto, oggettivamente, per cercare di limitare i cinghiali, ma è ancora troppo poco. Vanno prese delle decisioni drastiche, chiaramente nella legalità, per arrivare a una sola conclusione: il cinghiale va eradicato dal Baldo, non contenuto né controllato. Dobbiamo dotarci degli strumenti giuricidi che permettano di arrivare a questo risultato prima possibile. Il Consiglio Regionale, nei mesi scorsi, aveva inserito (su proposta del vicepresidente Massimo Giorgetti n.d.r.) un emendamento poi approvato nel Documento economico di finanza regionale per la possibile eradicazione degli animali nocivi come il cinghiale. Dobbiamo andare verso questa soluzione. Chiedo ai colleghi sindaci e alle associazioni venatorie di perseguire questa necessità e di farsi sentire tutti insieme a gran voce. Non è possibile apprendere, ad esempio, che per motivi burocratici le gabbie, strumento necessario anche se per numero di catture poco risolutivo, non possano essere dislocate sul territorio per il passaggio di competenze sulla caccia dalla Provincia alla Regione». Quindi? «Scriverò ai colleghi sindaci e cercherò di fare un incontro in cui, tutti insieme, possiamo redigere un documento con le misure necessarie a togliere di mezzo questo animale». E ancora: «Purtroppo abbiamo visto video di cinghiali che gironzolano per i centri storici di comuni del Baldo e per le strade principali, con stupore e forse un po' di ilarità iniziale da parte dei cittadini. Ma poi l’ilarità lascia il posto alla preoccupazione quando succedono casi come questo: la situazione è davvero critica, preoccupante e fuori controllo». •

Gerardo Musuraca

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