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Il progetto

Ciclovia del Garda, avanti piano. Bene Verona, i trentini rallentano

Il progetto vale 344,5 milioni di euro, ma al momento ne sono disponibili solo 46
Un tratto della ciclabile di Brenzone
Un tratto della ciclabile di Brenzone
Un tratto della ciclabile di Brenzone
Un tratto della ciclabile di Brenzone

Una sfida colossale, colma di insidie, ma non impossibile: realizzare un percorso ciclopedonale attorno al lago di Garda. Un sogno che potrebbe diventare realtà, anche se ci vorranno diversi anni (ancora non si sa quanti). La ciclovia del Garda, definita da subito, da più parti, appunto come «la ciclovia dei sogni», è uno dei progetti, più ambiziosi e complessi che il comprensorio benacense e le tre regioni su cui insiste, abbia mai affrontato nella sua storia. Si tratta di un'opera maestosa, su cui si dividono da una parte giudizi entusiastici e ottimisti e dall'altra commenti più critici o pessimisti.

Guardando i numeri, come previsto nel Pfte, Progetto di fattibilità tecnico-economica presentato al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili nell'agosto 2021, la mega ciclabile gardesana prevede un percorso ad anello lungo 165 chilometri: 67 si svilupperanno sulla costa veronese, 79 su quella bresciana e 19 nella parte trentina. La spesa complessiva prevista ad oggi è di 344,5 milioni di euro: 120,5 in Veneto, 144 in Lombardia e 80 per la Provincia autonoma di Trento.

Al momento però la cifra realmente stanziata per l'infrastruttura ciclabile raggiunge solo 46 milioni, previsti da due decreti interministeriali: il numero 517 del 2018 che prevede un finanziamento di 16,6 milioni di euro e il numero del 2022 pari a 30 milioni di euro. Fondi quindi al momento insufficienti per coprire l'intero importo previsto che lascia incognite sulla realizzazione futura. Tuttavia le potenzialità e le ricadute dal punto di vista economico, turistico e di immagine che un intervento del genere può avere sul territorio e la sua mobilità sono sotto gli occhi di tutti.

 

Le ricadute economiche e di immagine

Prima ancora di essere conclusa, è già stata definita come una delle ciclabili più belle e suggestive d'Europa e forse del mondo. Sulla sponda bresciana, il tratto di due chilometri e mezzo già realizzato a Limone da località Capo Reamol, al confine con il Trentino, con la spettacolare passerella a sbalzo sul lago sospesa tra il cielo e l'acqua inaugurata nel 2018, e che ha già abbondantemente superato 1 milione e mezzo di visitatori, ha lasciato molti turisti a bocca aperta (sebbene anche qui non siano mancate polemiche sui costi esorbitanti).

Questo primo esempio dimostra comunque che cosa potrà rappresentare questa infrastruttura per il territorio in termini di visibilità e fruibilità per gli amanti di un turismo lento e «green», a due ruote. Dall'altra parte, tuttavia, rimangono ancora molti nodi da sciogliere sulla difficoltà di realizzare il percorso su diversi tratti, specialmente nella parte più a nord, e sull'impatto paesaggistico nei confronti di un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico. Aspetti su cui lo stesso tavolo tecnico operativo del ministero aveva espresso le proprie perplessità. Ed è uno dei motivi per il quale la complessa opera ingegneristica, in generale, sta procedendo in certe aree ed è ferma o va a rilento in altre.

 

Il progetto "veronese"

Per quanto riguarda la parte della ciclovia che ricade sulla costa orientale, nel Veronese, sono interessati otto Comuni, da Peschiera a Malcesine, passando per Castelnuovo, Lazise, Bardolino, Garda, Torri del Benàco e Brenzone. Lungo il tratto che interessa la cittadina arilicense spicca in particolare la spettacolare passerella ciclabile che verrà realizzata a fianco del ponte ferroviario che collega le due sponde del fiume Mincio in località Sette Ponti, per poi proseguire lungo la costa seguendo in linea di massima la Strada Gardesana, con il tratto di due chilometri tra località Ronchi e Pacengo, tra i primi in teoria ad essere realizzati, per continuare quindi fino a Lazise.

Il «troncone» di ciclabile in questione è lungo 12,9 chilometri, in corso di progettazione definitiva, per una spesa prevista di 5,9 milioni di euro. È prevista inoltre la messa in sicurezza della mobilità ciclo-pedonale su poco più di due chilometri della Sr 249 tra Castelnuovo e Lazise, con i lavori avviati lo scorso settembre. È stato inoltre siglato un protocollo d'intesa tra la Regione stessa e i tre Comuni coinvolti per la progettazione definitiva ed esecutiva e la relativa realizzazione del «lotto funzionale» in questione, da 13 milioni di euro. Si deve invece valutare più nel dettaglio la parte che va da Pacengo e Lazise.

Più a nord, nel territorio di Bardolino, dove il Comune ha approvato nei giorni scorsi l'accordo di programma con la Regione con il voto unanime in consiglio comunale, la ciclabile si sposterà nell'entroterra, arrivando fino a Calmasino per poi rientrare verso la costa: si tratta di quasi otto chilometri di tracciato con un investimento di 7,4 milioni di euro grazie all'intervento di Venezia e ai fondi del Pnrr, Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Superato Bardolino e salendo dopo Garda, il tracciato bypassa Punta San Vigilio, percorrendo un piccolo tratto dell'entroterra, per poi tornare nell'area del lungolago, sotto il territorio di Torri del Benàco, dove sono previsti due lotti.

Per il primo, che va da località Brancolino fino al centro del capoluogo ed è lungo poco più di due chilometri, con strutture a sbalzo sull'acqua a fianco della Gardesana, è prevista una spesa di 10 milioni di euro. Per il secondo, di oltre sei chilometri e che passa per il centro storico per collegarsi poi a Brenzone, sono previsti 18,5 milioni per l'intervento. Il Comune di Torri, che ha siglato per primo un protocollo d'intesa con Venezia, ha stanziato 700mila euro per coprire i costi di progettazione delle opere.

 

Risorse dal Pnrr

L'intenzione del Veneto è intervenire nel primo lotto «torresano» per mezzo di risorse del Pnrr, oltre all'adeguamento della progettazione definitiva del secondo lotto già sviluppata da Ags, Azienda Gardesana Servizi, e la redazione del progetto esecutivo, una volta individuate le ricorse necessarie per attuare l'intervento. La parte dell'opera che ricade sotto Brenzone è in sostanza già ultimata ed è già da tempo frequentata da ciclisti e turisti, così come alcune parti nell'area meridionale e centrale che ricadono nel territorio malcesinese, mentre da poco più a nord di Val di Sogno fino a via Roma, in centro storico a Malcesine, è prevista la creazione di una nuova fascia ciclopedonale.

 

Il quadro economico stimato da Veneto Strade

Ma la vera sfida sarà la costruzione della ciclabile nella parte più a nord di Malcesine e più precisamente nei due tratti del lotto 6, che dal campeggio Bommartini, poco dopo il centro della frazione di Navene, arrivano fino al confine con il Trentino, passando per le gallerie che sovrastano la strada Gardesana. Il quadro economico complessivo di tutto il lotto 6 è stimato da Veneto Strade, che ha redatto il progetto di fattibilità tecnico economica dell'intervento, in poco più di 24 milioni di euro (7 milioni solo per il primo stralcio), con finanziamento da 7 milioni da parte del Fondo Comuni Confinanti (che però Trento non intende più versare).

Per il primo tratto del lotto 6, che dal camping sopracitato arriva alla prima galleria è in fase di definizione l'aggiudicazione provvisoria della gara che, se non ci saranno intralci burocratici, porterà poi all'esecuzione dei lavori, con tempistiche però ancora da stabilire con precisione. Il lotto si compone di un tracciato di due chilometri e mezzo in cui sono presenti tre punti in galleria naturale realizzati all'interno delle formazioni rocciose parallelamente alle gallerie naturali stradali Navene, Regina e Valmarsa. Anche in questo caso verranno realizzate scenografiche passerelle a sbalzo sul lago, molto complesse da costruire anche per il fragile assetto idrogeologico di quella parte del territorio.

È prevista pure la costruzione di una struttura sporgente che proteggerà pedoni e ciclisti, a cui si aggiungerà un tomo di terra che fungerà da ulteriore paratoia, per rendere più sicura l'area.

 

Il progetto trentino

Spostandosi in Trentino, al momento la provincia autonoma si sta focalizzando soprattutto sul lato occidentale al confine con la Lombardia, mentre l'iter va più a rilento nel versante orientale. Infatti ad oggi il tratto considerato prioritario è proprio quello a ovest, suddiviso in tre unità funzionali, per un importo complessivo di 42 milioni di euro, di cui 29,3 milioni per lavori. La lunghezza totale del tratto occidentale è di 5,2 chilometri, di cui 4,8 per i tratti di competenza del commissario straordinario Francesco Misdaris ed i rimanenti sotto la supervisione degli uffici della provincia autonoma trentina.

L'obiettivo è stringere i tempi per collegarsi con il tratto bresciano da Limone al confine e la citata ciclabile «sospesa». L'iter degli interventi previsti nel chilometro e mezzo che separa Riva del Garda con la galleria di Orione è a buon punto: da Riva al sottopasso Ponale i lavori sono in corso e in parte completati, con la conclusione prevista entro fine anno. Dal Ponale alla galleria Orione i lavori sono stati assegnati il mese scorso, mentre dalla galleria dei Titani al confine regionale è stata completata la messa in sicurezza della parete sul Ponale stesso. Dalla galleria di Orione a quella dei Titani è in corso di aggiornamento il progetto preliminare. Anche sulla sponda occidentale in territorio trentino, verranno realizzate strutture di protezione per i ciclisti simili a quelle previste nell'ultimo tratto malcesinese.

È stata invece avviata la progettazione definitiva per la parte nord di 9,6 chilometri, che da Riva giunge alla Fraglia Vela di Torbole. È decisamente più indietro invece l'iter sul tratto orientale trentino, lungo 4,5 chilometri che dal citato circolo velico trentino arriva fino al confine con Malcesine, piuttosto complesso da realizzare per il rischio idrogeologico simile a quello nella parte ovest: anche per questo il costo stimato è di ben 25 milioni di euro ed è in attesa di finanziamenti statali. La sponda bresciana, che vede interessati 14 Comuni, invece si sta concentrando in particolare sulla parte più meridionale, nel primo lotto che da Sirmione porta a Padenghe, passando per Desenzano e Lonato e poi verso Salò per una ventina di chilometri.

Qui è stata avviata la procedura di approvazione del progetto definitivo, su cui tra l'altro sono previsti anche ben 98 espropri di aree private. L'investimento ammonta a cinque milioni e mezzo di euro. Più complessa, specialmente dal punto di vista tecnico, sarà invece la realizzazione della tratta che collega Padenghe e Moniga. Ad ogni modo anche nel tratto più a nord, tra Padenghe e Toscolano Maderno l'iter procede, con la chiusura del bando per la progettazione definitiva ed esecutiva del lotto relativo, con 12,5 milioni stanziati con il Pnrr.

Emanuele Zanini

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