L'Arpav ha reso noto i risultati dei campionamenti sulle venature melmose prelevate nel Garda la scorsa settimana, e che presentavano un aspetto oleoso e un odore molto sgradevole.
«Negli agglomerati brunastri si è rilevata elevata presenza di pollini di diverse famiglie di piante, alghe verdi e azzurre (Cianobatteri) planctoniche di forma filamentosa, diatomee, alghe verdi in forma unicellulare e altre forme coloniali, residui vegetali ed exuvie (residui di larve) di Ditteri Chironomidi. Gli agglomerati verdastri sono risultati essere costituiti da frammenti di talli di alghe verdi. Il fenomeno è da ricondursi ad una serie di eventi combinati che hanno portato sulle acque del lago grandi quantità di pollini e pappi dei pioppi che si sono addensati sulla superficie generando dei centri di aggregazione per tutto il resto del materiale che galleggiava in quel momento sull'acqua. I venti, generando il relativo moto ondoso, hanno fatto sì che tutto questo materiale in un naturale stato di decomposizione (da questo processo il caratteristico odore) spiaggiasse».