<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Caso Falcieri, via la causa a Passarini

Piergiorgio SchenaStefano Passarini
Piergiorgio SchenaStefano Passarini
Piergiorgio SchenaStefano Passarini
Piergiorgio SchenaStefano Passarini

Sul caso Falcieri la funivia di Malcesine ha deciso: è pronta a fare causa e a rivalersi nei confronti di Stefano Passarini, l’ex presidente di Atf, Azienda trasporti funicolari Monte Baldo in merito al caso Falcieri e al cospicuo risarcimento dovuto all’ex direttore che nel complesso, supererebbe il milione di euro. È quanto è emerso nell’ultima assemblea dei soci del consorzio melsineo al quale hanno partecipato il presidente della Provincia Manuel Scalzotto, presidente dell’assemblea, il sindaco di Malcesine Giuseppe Lombardi e il presidente della Camera di commercio, Giuseppe Riello. Dopo un fitto confronto, i tre soci Provincia, Comune di Malcesine e Camera di commercio hanno così deciso all’unanimità di avviare l’azione di responsabilità nei confronti di Passarini e, in via prudenziale, di sporgere denuncia alla Corte dei Conti a Venezia, l’organo di controllo dei conti degli enti pubblici. Alla base della decisione dei soci, che si sono rivolti all’avvocato Marco Cappelletto per un parere tecnico sulla vicenda, c’è l’iter delle sentenze. La vicenda nasce nel 2012 quando il consiglio di amministrazione di allora, guidato da Passarini, aveva contestato all’ex direttore Franco Falcieri l’autorizzazione ad eseguire lavori vari per centomila euro, di cui, secondo il cda, mancavano le pezze giustificative. Tesi smentita da Falcieri, che nella propria difesa ha sempre sostenuto la natura discriminatoria del licenziamento, causato, secondo l’ex direttore, da questioni connesse a una faida politica. Nella causa il tribunale di Verona aveva dato ragione ad Atf, ritenendo irrilevanti le dichiarazioni di Falcieri. La Corte d’Appello di Venezia invece, nel 2017, aveva ribaltato l’esito ritenendo le affermazioni dell’ex direttore «decisive e sufficienti ai fini della dimostrazione della ragione discriminatoria di natura politica del licenziamento ritorsivo». Queste dichiarazioni erano sorrette tra l’altro dalla registrazione di una conversazione con Passarini durante la quale, sottolineano i legali, si ammetteva come l’unica motivazione del licenziamento fosse per questioni politiche. Anche la Corte di Cassazione nel marzo 2019 aveva confermato quanto deciso dalla Corte d’Appello di Venezia due anni prima con la condanna all’Azienda trasporti funicolari a pagare il risarcimento all’ex direttore generale. Per il legale incaricato dalla funivia di esprimersi in merito, la sconfitta giudiziaria di Atf è stata causata dalla natura discriminatoria del licenziamento confermata, sostiene sempre l’avvocato, proprio dalle dichiarazioni di Passarini. Diversa la posizione degli altri componenti del cda e del revisore dei conti, secondo il giudizio del difensore di Atf, per il quale non ci sono gli estremi per rivalersi attraverso azioni risarcitorie. Ora si preannuncia un’altra battaglia legale tra Atf e il suo ex presidente con un esito difficile da prevedere. •

Emanuele Zanini

Suggerimenti