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Casa di riposo, sei morti per Covid

La casa di riposo Villa Spada a Caprino
La casa di riposo Villa Spada a Caprino
La casa di riposo Villa Spada a Caprino
La casa di riposo Villa Spada a Caprino

E pensare che stavano per aprire la «Stanza degli abbracci». Invece il Covid-19 è stato impietoso, anche a Caprino. Quarantaquattro ospiti su 100, e 15 operatori sanitari sono risultati positivi all'Istituto pubblico di assistenza e beneficenza anziani (Ipab) Villa Spada e si sono purtroppo registrati 6 decessi. Un colpo inatteso perché, fino al 22 dicembre, il virus non aveva varcato le soglie della struttura. Poi però si era infiltrato anche lì. Dove, come aveva informato il presidente Moreno Dal Borgo, quel giorno erano risultati positivi al tampone rapido dieci ospiti. La situazione, come in molto case di riposo della provincia, è critica. Si confida nell'arrivo del vaccino e ieri l'Ulss 9 Scaligera ha confermato che «entro la fine della prossima settimana, saranno terminate le vaccinazioni a personale e ospiti. Vaccinazione in ogni caso non prevista per le persone positive per le quali si attenderà la negativizzazione». La situazione caprinese è monitorata dai sindacati. Nicola Cavedini, dirigente sindacale del Csa (Coordinamento sindacale autonomo di Verona, che segue le case di riposo della provincia), ha fatto sapere di avere inviato il 9 gennaio «una segnalazione ai Nas dei Carabinieri di Verona per chiedere un intervento per verificare le condizioni igienico-sanitarie, i dispositivi di protezione individuale e la dislocazione-spostamento degli ospiti contagiati nei vari piani della struttura». Sonia Todesco, Fp-Cgil (Funzione pubblica della Confederazione generale italiana del lavoro), ha detto che il 12 gennaio «si è tenuto un incontro con la direzione generale dell'Ulss 9 Scaligera sul piano vaccinale, sia per i dipendenti che per ospiti e operatori delle case di riposo della provincia». Informa Dal Borgo: «Nelle settimane successive il 22 dicembre la curva dei contagi si è alzata in modo costante, con qualche picco, fino ad arrivare ad avere 59 casi positivi tra cui 44 ospiti e 15 tra operatori socio sanitari e infermieri. E dobbiamo purtroppo riscontrare che ci sono stati 6 decessi: 5 persone sono venute a mancare nella struttura e una in ospedale. Erano tutti molto anziani con gravi patologie». Poi aggiunge: «Intanto per i casi positivi, viene fatto un ulteriore monitoraggio con i tamponi molecolari alla ricerca di eventuali e auspicate negativizzazioni. Quello che ci lascia molto sorpresi», commenta, «è che le misure strettissime adottate dal 15 ottobre, quando è scoppiata la seconda ondata della pandemia, mai allentate, non hanno impedito il dilagare del contagio. Nessun parente era più entrato nella struttura da marzo», ricorda, «e le visite, previste solo a distanza attraverso le vetrate, erano pure state sospese al manifestarsi della seconda ondata». «Pur pensando di essere stati risparmiati», ragguaglia «abbiamo preso maggiori precauzioni dotando il personale di mascherine FFP2. Si è proceduto così, in una condizione pressoché normale, fino alla 22 dicembre, quando sono stati riscontrati quei dieci primi casi positivi. A questo punto le misure restrittive sono aumentate: tutti gli ospiti sono stati isolati nelle proprie stanze dove possono accedere solo medici e personale interno autorizzato, ovviamente con gli appositi dispositivi di protezione personale. Stiamo pianificando un intervento di sanificazione», rileva. «È un trattamento che si fa stanza per stanza con ozono prodotto da una speciale macchina resa disponibile dalla Protezione civile di Caprino. Questa situazione ci dispiace moltissimo anche perché», nota, «proprio con il contributo del Comune abbiamo acquistato la “Stanza degli abbracci”. Stavamo pianificando di aprirla per permettere ai nostri assistiti di toccare nuovamente, seppure attraverso un guanto di plastica, la mano dei propri cari dando loro un maggiore senso di vicinanza. Purtroppo dovremo rinviare questo momento a un futuro più tranquillo». •

Barbara Bertasi

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