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«Bucare» il Baldo
Trento rilancia
l’idea del tunnel

Il progetto di tunnel sotto il Baldo, in giallo. Il tracciato in rosso si riferisce alla proposta emersa anni fa
Il progetto di tunnel sotto il Baldo, in giallo. Il tracciato in rosso si riferisce alla proposta emersa anni fa
Il progetto di tunnel sotto il Baldo, in giallo. Il tracciato in rosso si riferisce alla proposta emersa anni fa
Il progetto di tunnel sotto il Baldo, in giallo. Il tracciato in rosso si riferisce alla proposta emersa anni fa

A volte ritornano. Con una ciclicità stagionale più lunga di quella dell'influenza, si riaffaccia sulla scena dopo circa sei anni di silenzio l'ipotesi di creare un tunnel nel Baldo. la nuova via collegherebbe il territorio trentino con l'alto Garda Veronese. Nel 2010 l'idea era ritornata in auge dopo che, una ventina d'anni prima, era stata proposta con scarsissimo seguito anche da alcuni politici e sindaci scaligeri.

A rilanciarla stavolta è il segretario regionale della Lega Nord del Trentino, il consigliere provinciale Maurizio Fugatti. Con una interrogazione presentata al presidente della giunta del Trentino, Ugo Rossi, l'ex deputato di Avio ha chiesto al presidente «se non ritenga opportuno rivalutare l’ipotesi della realizzazione del cosiddetto "Tunnel del Baldo», che colleghi Avio e la Bassa Vallagarina ai Comuni dell’alto lago veronese, d’intesa con gli enti locali interessati».

Il ragionamento di Fugatti prende spunto dal fatto che «i vertici della A 22 del Brennero hanno presentato ai cittadini il progetto del nuovo casello di Ala-Avio, i cui lavori inizieranno forse la prossima primavera, dopo cioè che il Governo avrà dato il via libera al progetto». Un investimento da 24 milioni di euro che «rappresenta un’occasione per incrementare lo sviluppo economico della zona. Proprio in quest’ottica», ha aggiunto Fugatti, «sarebbe utile e opportuno riconsiderare la possibilità di realizzare il cosiddetto Tunnel del Baldo per collegare direttamente i Comuni della Bassa Vallagarina ai Comuni dell’alto veronese insistenti sul lago di Garda». In questo modo infatti, secondo l'esponente del Carroccio, «la realizzazione del tunnel collegherebbe Avio e la Bassa Vallagarina con la zona di Malcesine o Brenzone e porterebbe notevoli benefici. In primis, ridurre considerevolmente il traffico veicolare che, ogni anno, congestiona la rete viaria esistente nel tratto Mori– Loppio-Passo San Giovanni-Nago- Torbole, consentendo a chi intende raggiungere il Garda di percorrere un’arteria stradale alternativa». In secondo luogo, consentirebbe di «rianimare ulteriormente l’economia della Bassa Vallagarina».

Sei anni fa c'era stata una sorta di sommossa popolare nell'alto Garda. Gli stessi vertici locali della Lega Nord dell'epoca si erano detti contrari alla ipotesi e, soprattutto, nei consigli comunali di Brenzone e Malcesine non erano mancate le «mozioni anti-tunnel» e le prese di posizione degli ambientalisti. C'era chi, come il Wwf, aveva ricordato la «natura carsica del Baldo», che quindi «non andrebbe perforato per il consistente rischio di crolli», e chi puntava l'indice sulla «mancanza assoluta di parcheggio nell'alto Garda scaligero», oltre che sulle «ristrettezze delle corsie della Gardesana, per cui ci sarebbe solo la certezza di intasare l'unica arteria viabilistica già insufficiente a smaltire il traffico, senza bisogno di altre aggiunte».

Per adesso il presunto «tunnel del Baldo» si limita a una riga gialla tirata sulla carta con ingresso a Mama di Avio e sbocco tra Porto e Assenza di Brenzone. Ma, se le sensibilità politiche fossero cambiate e visti i molti soldi in ballo per il nuovo casello di Ala-Avio, non è da escludere che l'idea possa ritornare come un tormentone e rimbalzi non solo nei bar, ma anche nei consigli comunali di vari Comuni, tanto dell'alto Garda quanto della Val d'Adige.

Gerardo Musuraca

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