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Bonificata l’isola del Trimelone Ora il Comune potrà utilizzarla

Alcuni ordigni recuperati attorno all’isola del Trimelone
Alcuni ordigni recuperati attorno all’isola del Trimelone
Alcuni ordigni recuperati attorno all’isola del Trimelone
Alcuni ordigni recuperati attorno all’isola del Trimelone

L’isola del Trimelone è totalmente bonificata dagli ordigni esplosivi. La notizia è stata confermata dal Nucleo Sdai della Marina militare, quello che, da circa 15 anni, si stava occupando di individuare e rimuovere i residuati bellici sui fondali della lingua di terra «più armata» d’Italia. I palombari del Servizio difesa antimezzi insidiosi di Ancona avevano ripreso l’ultima tranche dei lavori il 4 novembre del 2019. Nei mesi precedenti, la Marina aveva rimosso più di mille bombe lavorando dal 6 al 17 maggio con un team di otto palombari artificieri del Gos, Gruppo operativo subacquei di Comsubin della Marina Militare. La bonifica del Trimelone era passata di mano in mano tra ben quattro amministrazioni comunali: tra il 2004 e il 2009 era stata gestita dall’allora sindaco Giacomo Simonelli, dal 2009 al 2014 primo cittadino era Rinaldo Sartori poi, dal 2014 al 2019, da Tommaso Bertoncelli e infine da Davide Benedetti, assessore con Simonelli tra il 2004 e 2009, e che ora, da sindaco, sarà quello che formalizzerà con la Prefettura la fine dei lavori. Grazie all’onorevole Vincenzo D'Arienzo, che aveva interagito con il Ministero della difesa, e allo stesso Benedetti che aveva aiutato l’allora sindaco Bertoncelli a sbloccare 350 mila euro fermi in Regione dal 2009, era stato possibile ottenere, nel 2018, circa 700 mila euro necessari alla fine delle operazioni. Con questi soldi, a febbraio 2019 era stato fatto un bando, vinto poi dalla ditta Miar Sub di Maccarese, per i «lavori di bonifica preventiva e sistematica da ordigni esplosivi-residuati bellici, terrestre e subacquea anche oltre i 40 metri di profondità». Importo: 300 mila 580 euro, oltre agli oneri per la sicurezza, per un totale di 311 mila e 80 euro più iva, rispetto alla base d'asta di 350 mila euro. «Le attività di bonifica sono terminate», hanno spiegato dalla Marina di Ancona, «e, negli anni, si sono avvicendati in queste operazioni circa 50 palombari del Gruppo operativo subacquei del Comando subacquei ed incursori della Marina militare (Comsubin). Questi operatori possono svolgere lavori subacquei a grandi profondità e condurre attività sul territorio in aree particolarmente disagiate». Fino a che profondità è stata bonificato il Trimelone? «Fino a 50 metri di profondità ed entro i 200 metri dall’isola e, inoltre, è stato bonificato anche il canale dal porticciolo di Assenza fino alla darsena», hanno ripreso da Ancona. «Per condurre la bonifica nelle acque tra i 40 e 50 metri abbiamo predisposto un supporto di superficie alle immersioni considerevole, costituito anche da un impianto iperbarico che ci ha permesso di svolgere le operazioni in totale sicurezza». Ma l’isola è formalmente certificata come «bomb free»? «La certificazione è stata eseguita dal Comando logistico della Marina militare (Maricomlog). Questo intervento, disposto dalla Prefettura di Verona, fa emergere la capacità da parte del personale di Comsubin di collaborazione con molti dicasteri dello Stato, enti di ricerca, università e fondazioni e associazioni», hanno aggiunto da Ancona. Quante e quali bombe sono state recuperate nella ultima tranche di lavori? «Gli ordigni superano i 4 mila pezzi. Quelli recuperati e distrutti dagli artificieri dell’esercito sono sia del primo che del secondo conflitto mondiale». Sono infatti state ritrovate «300 bombe a mano austriache, 50 mine antiuomo-anticarro tedesche, svariati proiettili da mortaio italiani e tedeschi, 200 proiettili da cannone inglesi: insomma non una singola tipologia di ordigni, ma varie e di tutti gli schieramenti». Ora spetterà al Comune, dopo il via libera definitivo della Prefettura di Verona che, probabilmente, verrà dato dopo la fine dell’emergenza Coronavirus, stabilire l’utilizzo del Trimelone. Intanto però l’isola è certificata come «Bomb free». •

Gerardo Musuraca

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