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Avis, sacche di sangue in calo L’anno nuovo però è in risalita

La presidente Paola SilvestriL’assemblea provinciale dei donatori Avis FOTO LUIGI PECORADonatore di sangue
La presidente Paola SilvestriL’assemblea provinciale dei donatori Avis FOTO LUIGI PECORADonatore di sangue
La presidente Paola SilvestriL’assemblea provinciale dei donatori Avis FOTO LUIGI PECORADonatore di sangue
La presidente Paola SilvestriL’assemblea provinciale dei donatori Avis FOTO LUIGI PECORADonatore di sangue

Il 2022 ha segnato una flessione nella donazione di sangue, ma i primi mesi del 2023 fanno ben sperare in una ripresa che riporti a valori pre-Covid. È questo uno dei dati emersi sabato all’assemblea provinciale Avis, ospitata alla Scuola allievi agenti della Polizia di Stato di Peschiera del Garda. Nel dettaglio, il 2022 si è chiuso con due segni negativi: 1.691 sacche di sangue e plasma in meno e 191 soci attivi in meno, rispetto al 2021, per un totale di 20.064 attuali donatori distribuiti nelle 66 sezioni comunali della provincia. Donatori per la maggior parte maschi (71%) di cui circa un terzo dai 46 anni in su. Il dato confortante arriva dalle nuove iscrizioni, 1.150 nel 2022, per cui si spera che l’attività di donazione diventi assidua. In totale, nel 2022, sono state donate 34.815 sacche di cui 28.658 di sangue intero e 5.858 di plasma. Il mese più ricco di donazioni è stato marzo, seguito da settembre e ottobre, mentre i mesi meno generosi, oltre a gennaio, sono stati quelli estivi. Rispetto alla situazione pre-Covid (anno di riferimento 2019) Avis provinciale Verona conta 2.107 donazioni in meno, ma fanno ben sperare i primi mesi di quest’anno, con gennaio che ha segnato +331 donazioni rispetto allo stesso mese del 2022. Il calo registrato «potrebbe creare delle difficoltà ai malati che ci aspettano negli ospedali», ha sottolineato la presidente Paola Silvestri, analizzando le possibili cause: «Il cambiamento della società, la fatica dei donatori di ottenere il permesso sul lavoro che talvolta neppure si chiede. Difatti le nostre agende sono piene il sabato e la domenica. Ma ci sono anche difficoltà del Dipartimento trasfusionale: le giornate di chiusura dei centri trasfusionali registrate nel 2022, spesso improvvise, hanno creato disagi ai donatori e purtroppo si sono dovute calendarizzare per la carenza di medici. Non ne facciamo una colpa al Dipartimento ma la colleghiamo alle difficoltà che vive tutto il sistema sanitario», ha aggiunto Silvestri. «Il nostro appello va a chi governa la sanità veneta affinché ci dia una mano a reperire figure per garantire agli ospedali questa grande medicina che è il sangue». La sfida di quest’anno è riprendere appieno le attività di sensibilizzazione. Lo scorso anno una trentina di gruppi Avis sono stati nelle scuole coinvolgendo circa 4mila studenti, mentre altre sezioni hanno portato avanti progetti creati da loro, raggiungendo un numero altrettanto interessante di giovani, con oltre 110 interventi in scuole primarie e superiori. Da segnalare anche la prosecuzione del sostegno a Telethon, con 28.279 euro raccolti dalle Avis veronesi per finanziare la ricerca per le malattie ematologiche rare.•.

Katia Ferraro

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