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Emorragia medici di famiglia, il Comune paga l'affitto al dottore perché non “fugga” in Trentino

Per garantire la copertura la giunta ha deliberato di farsi carico di parte del canone dell’ambulatorio. Sega: «Servizio eccellente, vogliamo che resti». Dashtipou: «Guadagnerei di più là, ma ho fatto la mia scelta»
Il dottor Mazeyar Dashtipour
Il dottor Mazeyar Dashtipour
Il dottor Mazeyar Dashtipour
Il dottor Mazeyar Dashtipour

Per non farsi sfuggire il medico di base, il Comune di Affi si fa carico di una parte del canone di affitto del suo studio. Il sindaco di Affi Marco Giacomo Sega all'inizio di quest'anno si è fatto in quattro per garantire il servizio del medico di famiglia ai suoi cittadini, dopo la rinuncia, al termine dello scorso anno, da parte della dottoressa che era titolare del servizio. Così dal primo marzo ha preso servizio il dottor Mazeyar Dashtipour, 55 anni, originario di Teheran e residente a Riva del Garda. Si è laureato in Medicina all'Università La Sapienza di Roma, è medico generico e ha sempre lavorato in ambito geriatrico prima a Viterbo e poi nel Trentino. Prima di prendere servizio ad Affi svolgeva il ruolo di medico coordinatore sanitario della Rsa Sacra Famiglia di Arco.

Dashtipour, in agosto, aveva chiesto al Comune un contributo per le spese di affitto dello studio, facendo presente, che in caso contrario, avrebbe potuto prendere in considerazione l'ipotesi di lasciare Affi, per andare ad esercitare la sua professione in Trentino, dove oltre a godere di una migliore retribuzione, limiterebbe sensibilmente le spese di trasporto.

La delibera del Comune

La giunta comunale quindi ha deliberato di concedere al medico 3mila euro quale quota parte del canone di locazione del suo studio. Nella delibera si precisa che la comunità di Affi non può permettersi di restare senza medico di base. Non solo, il pagamento da parte del Comune, di una quota dell'affitto, è il danno minore rispetto al disagio che la comunità subirebbe con l'assenza del presidio medico di base. A farne le spese, in misura maggiore, sarebbero gli anziani e le persone più fragili, bisognose di cure.

«Il dottor Dashtipour sta svolgendo un eccellente servizio ad Affi e ha garantito di voler continuare a svolgere il suo ruolo nel nostro Comune», spiega il sindaco. «Se andasse ad esercitare in Trentino, potrebbe godere di benefit, oltre a una maggior retribuzione. Gli abbiamo semplicemente concesso un contributo una tantum per far fronte alle spese di affitto dello studio. All'inizio di quest'anno ho dovuto affrontare un'autentica battaglia per garantire il medico di base alla mia gente. Di punto in bianco mille e cinquecento persone hanno vissuto l'incubo di non godere più di questo fondamentale servizio. Per fortuna nel giro di qualche settimana il problema è stato risolto grazie al dottor Mazeyar Dashtipour, che ci teniamo stretto».

Il rapporto di fiducia e il massimale rialzato

Il dottor Dashtipour si è integrato perfettamente in paese: «Ad Affi mi trovo molto bene e ho un ottimo rapporto con i mei assistiti», afferma. «Non sono un medico “prescrittore”, tengo molto al rapporto di fiducia con i pazienti. Sin dai primi momenti in cui ho preso servizio ho avuto un ottimo riscontro non solo con i residenti ad Affi. Anche diverse altre persone dei Comuni limitrofi mi hanno chiesto di aprire uno studio nei loro paesi. Io però ho declinato il pur gratificante invito. Ho ribadito che la mia intenzione è di restare nella sede di Affi. Ho chiesto anche di aumentare il mio massimale sino a mille e 800 pazienti». L'incarico ricevuto dal dottor Dashtipour da parte dell'Ulss 9 è temporaneo, ma rinnovabile annualmente «sine die». «Il mio obiettivo è continuare ad esercitare qui ad Affi», sottolinea il medico.

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«In Trentino potrei guadagnare di più, ma ho fatto la mia scelta. Preferisco avere una sede fissa piuttosto che spostarmi da un luogo all'altro come potrebbe avvenire se esercitassi nella vicina Provincia autonoma. Io mi sono impegnato e ho dato la mia parola di garantire il servizio in ogni caso anche se dovessi lasciare il posto ad un altro collega. Non lascerei mai senza assistenza medica i miei pazienti, anche se avessi qualche altra opportunità professionale particolarmente allettante. Me ne andrei da Affi solo nel caso che un altro medico garantisse di prendere il mio posto».

E aggiunge: «Non mi pesano i cinquanta minuti di automobile che servono per raggiungere Affi da Riva del Garda», assicura il dottor Dashtipour. «Io qui lavoro con soddisfazione e come ho detto mi trovo molto bene. Ho un ottimo rapporto anche con l'Amministrazione comunale, c'è reciproca stima e questo è molto gratificante anche sotto il profilo umano. Io conto di restare almeno altri tre anni».

L'emergenza sanitaria

Il dottor Dashtipourm infine si augura che le normative che regolano la sanità possano essere migliorate. «Vista anche la carenza di medici di base sarebbe auspicabile», aggiunge, «che fosse tolto l'obbligo anche per i medici che hanno maturato un'esperienza pluriennale, di seguire la specializzazione triennale in Medicina generale, per poter esercitare. In questo modo», conclude, «si potrebbe garantire la presenza del medico su territori che ora ne sono sprovvisti o presto lo saranno perché i colleghi vanno in pensione».

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Luca Belligoli

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