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Vendemmia delle uve precoci al via

Una spettacolare veduta aerea del castello di Soave «assediato» dai vigneti
Una spettacolare veduta aerea del castello di Soave «assediato» dai vigneti
Una spettacolare veduta aerea del castello di Soave «assediato» dai vigneti
Una spettacolare veduta aerea del castello di Soave «assediato» dai vigneti

A Soave e nell’Est veronese, all’antivigilia di Ferragosto, si è aperta la vendemmia 2020. Per prime, ad essere staccate, sono le uve precoci come Pinot Grigio e Chardonnay. Per il Pinot la previsione è che vi sia un calo di produzione intorno al 15–20 per cento rispetto alla scorsa stagione, mentre per il Chardonnay è previsto un aumento di prodotto rispetto al 2019, attorno al 5 per cento. La Cantina di Soave ha iniziato a ricevere le prime uve giovedì 13: i viticoltori giungono con i mezzi agricoli dal nuovo accesso, realizzato lungo il nuovo tratto della circonvallazione Aldo Moro appena aperto, sgravando così il traffico su viale della Vittoria. E da oggi le uve precoci si possono conferire anche all' impianto di Montecchia, sempre della Cantina di Soave. La vendemmia entrerà nel pieno tra circa un mese, quando inizierà lo stacco dei grappoli di Trebbiano e dal 20 settembre soprattutto con la raccolta della Garganega, il vitigno principe della zona del Soave Doc e del Soave Classico. Per la Garganega si parla di un aumento di produzione quest'anno tra il 10 e il 15 per cento. Una vendemmia che parte sotto i migliori auspici: nonostante i violenti temporali a carattere monsonico in taluni casi, la zona del Soave è stata risparmiata dalla temuta grandine. «Le piogge non sono mai mancate, soprattutto nel mese di luglio», dice il sindaco di Soave Gaetano Tebaldi, esperto viticoltore, «Non è mai stato necessario irrigare i vigneti, cosa che non si verificava da un paio di decenni almeno. Lo sbalzo termico che inizia da adesso, tra il giorno e la notte, sta portando le uve al loro miglior stadio di maturazione». Altra novità di stagione è che l’assemblea dei soci del Consorzio di tutela del Soave ha operato la scelta prudente di diminuire le rese per la vendemmia 2020, passando da 150 a 130 quintali/ettaro per la Doc (meno 13 per cento) e da 140 a 130 quintali/ettaro (meno 7 per cento) per la zona del Soave Classico e dei Colli Scaligeri. «Deroghe a questa decisione verranno date alle aziende che negli ultimi due anni non hanno caricato il Soave oltre il limite previsto, senza superi», avverte il direttore del consorzio Aldo Lorenzoni. «Per le aziende che producono vino biologico certificato, invece, il limite rimane a 140 quintali/ettaro, per dare un forte segnale a favore della sostenibilità in vigneto». «La decisione di ridurre le rese è in linea con quelle delle più grandi denominazioni italiane», fa presente il presidente del consorzio di tutela Sandro Gini, «per garantire il reddito delle imprese vitivinicole e la |tenuta dei prezzi». •

Z,M.

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