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Roncà

Un ciuffo di capelli sull'altare dedicato a Carlo Acutis, il Beato ragazzino

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Roncà, cerimonia Beato Acutis (Pecora)

Un ciuffo dei suoi capelli scuri per parlare di santità ai millennials: sono quelli di Carlo Acutis, il Beato ragazzino, al quale nel pomeriggio è stato dedicato l'altare maggiore della chiesa parrocchiale di Roncà e nel cui sepolcreto, ricavato appositamente nella parte posteriore dello stesso, sono state deposte le reliquie.

È toccato a don Daniele De Rosa, parroco quarantenne che guida l'unità pastorale dal 2017, organizzare la consacrazione che l'altare maggiore attendeva dal 1992: il rito, due ore dense di segni e simboli, è stato officiato dal Vescovo di Vicenza Monsignor Beniamino Pizziol che ha anche presieduto la solenne concelebrazione.

 

Carlo Acutis oggi avrebbe trent'anni: si è spento in odor di santità quindici anni fa dopo una vita brevissima ma fortemente improntata alla carità, alla preghiera e soprattutto alla trasmissione della Parola attraverso le tecnologie a lui contemporanee. Quella leucemia fulminante che se l'è portato via in poco tempo l'aveva affrontata come il suo offrirsi a Gesù sulla cui spalla, come l'apostolo Giovanni, sognava di appoggiare il volto. «Un giovanissimo Beato avviato a diventare il protettore dei più giovani e dei giovani social», ha detto il Vescovo. Dell'altare nudo e dalla penombra piano piano si è arrivati alla luce e alla mensa imbandita a festa, secondo il significato della centralità dell'altare e dell'Eucaristia, e ciò è avvenuto dopo la riposizione delle reliquie di Acutis ma anche di Sant'Antonio da Padova, Giovanni Antonio Farina, Maria Bertilla Boscardin e Giuseppina Bakhita. Sull'altare che ospita il fonte battesimale è stato scoperto un grande ritratto del Beato in blue jeans.

P.D.C.

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