Era il 20 gennaio del 2017, pochi minuti prima della mezzanotte.
Sulla A4, all'altezza di San Martino Buon Albergo, un pullman sta viaggiando in direzione di Venezia. Trasporta 56 persone: studenti ungheresi di ritorno da una gita sulla neve in Francia con i loro accompagnatori e due autisti. Stanno rientrando a Budapest, dove frequentano la scuola superiore Szinyei Merse Pál.
All'improvviso il bus sbanda a destra e va schiantarsi contro un pilone che sostiene un ponte sull'autostrada. Il mezzo prende fuoco: perdono la vita sedici persone, il 22 marzo ne morirà anche una diciassettesima, a causa delle gravissime ustioni riportate. In molti al momento dell'incidente stavano dormendo.
La scena che si presenta davanti ai soccorritori è straziante. Vigili del fuoco, 118 (intervenuto con 2 automediche, 2 ambulanze infermierizzate, 3 ambulanze base e 3 pulmini) e Polizia Stradale, e poi i medici in ospedale, fanno il possibile per salvarli. Uno dei professori salva numerosi ragazzi, ma perde entrambi i figli che viaggiavano sul pullman.
Un colpo di sonno o un malore dell'autista resta una delle cause più probabili dello schianto, anche i vertici dell’autostrada Brescia-Padova, in qualità di responsabili della tratta dov’è avvenuto l’incidente e della sua manutenzione, verranno successivamente indagati.
La tragedia ha unito profondamente Verona e Budapest e ha portato a una maggiore severità nei controlli sugli autobus, specie quelli utilizzati per le gite scolastiche.
Oggi Verona ricorda le vittime con la messa delel 11 a San'Anastasia.