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Mezzane di Sotto

Torna il sereno in casa di riposo dopo il focolaio di covid. Isolati i quattro ancora positivi

La casa di riposo di Mezzane
La casa di riposo di Mezzane
La casa di riposo di Mezzane
La casa di riposo di Mezzane

Torna il sereno sull’ala Est della Centro Servizi Sacro Cuore di Mezzane di Sotto, dove a fine agosto si erano registrati una ventina di casi positivi al Covid-19 su 261 persone presenti nella struttura tra ospiti e operatori.

L’ultimo comunicato dell’Ulss 9 Scaligera registra nove persone residenti nel Comune, di cui quattro ospiti della casa di riposo, in isolamento fiduciario perché positive. La direzione della struttura ha informato con una lettera aperta i familiari degli ospiti sulla situazione e sulle precauzioni prese per evitare l’allargarsi del focolaio dopo il riscontro della prima positività di un ospite nell’ala Est.

Erano stati eseguiti più di 300 tamponi molecolari a tutti gli ospiti e a tutto il personale della struttura, dopo che il primo caso era emerso non per sintomi, ma grazie allo screening che viene svolto regolarmente. La ripetizione del tampone e l’allargamento a tutti gli ospiti dell’ala hanno permesso di individuare altri positivi, ma di adottare nel contempo le giuste misure di prevenzione e isolamento.

Il primo piano dell’ala Est è stato allestito come reparto Covid, mentre gli ospiti negativi sono stati trasferiti al secondo e al terzo piano, vietando il trasferimento di personale e ospiti da un’ala all’altra, per evitare la diffusione del contagio e preservare la negatività delle zone ancora indenni.

Il sindaco Giovanni Carrarini ha fatto sapere in un post del Comune che «dal 30 agosto sono stati eseguiti quotidianamente tamponi rapidi agli ospiti e al personale dell’ala contagiata. Il primo settembre i test rapidi al secondo e al terzo piano dell’ala Est sono risultati tutti negativi e ciò è stato confermato dai tamponi molecolari eseguiti il giorno successivo. Inoltre a tutti gli ospiti è stato fatto un prelievo per la valutazione degli anticorpi anti-SarsCov2, su indicazione dell’Ulss 9 Scaligera e della Regione Veneto».

Il ritorno del contagio ha colpito un reparto dove tutti gli ospiti sono vaccinati e questo ha permesso di evitare il numero di morti che era stato registrato nella prima ondata della primavera dello scorso anno, con ben 25 anziani deceduti. Ci sono all’interno della struttura degli operatori non vaccinati e su costoro da alcuni parti si punta il dita per essere stati la porta d’ingresso di questa nuova ondata di contagi. «In realtà», spiega un’operatrice, «ci sono persone che non possono vaccinarsi per le loro condizioni di salute e ci sono anche tante visite di parenti e amici che con il pretesto del Green pass si sentono autorizzati a non rispettare comportamenti adeguatamente precauzionali, in un contesto fragile come quello di una casa di riposo. Quindi non sappiamo affatto da dove sia arrivato il contagio, ma sappiamo per certo che comportamenti attenti e l’utilizzo dei presidi come mascherine e disinfezione della mani aiutano a bloccarne la diffusione. Dovremmo farci tutti un esame di coscienza prima di colpevolizzare gli altri», conclude.

La direzione, dal canto suo, facendo tesoro dell’esperienza precedente, ha adottato per tempo e più severamente tutte le misure precauzioni previste dai protocolli, con il cambio degli abiti per gli operatori a diretto contatto con gli ospiti e spogliatoi riservati, gestendo tutto in maniera più accorta. Al momento tutti i positivi che erano strati riscontrati ad agosto si sono negativizzati, eccetto un ospite, ma il caso è costantemente monitorato. Anche per questo il sindaco Carrarini prende decisa posizione dichiarando che «Un mio ringraziamento va alla direzione e a tutto il personale che quotidianamente sono impegnati, oltre alla normale assistenza agli anziani, anche a fronteggiare questa pandemia senza fine. Dispiace sentire e vedere comportamenti discriminanti nei confronti degli operatori sanitari e degli infermieri che lavorano nella struttura. A loro va tutta la mia stima e il ringraziamento per il servizio che svolgono», conclude il primo cittadino, facendo intendere che il lavoro va rispettato e le scelte vaccinali vanno valutate caso per caso, senza attribuire responsabilità non dimostrabili..

Vittorio Zambaldo

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