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Teatro Centrale, il no all’acquisto

Il cinema teatro Centrale, di proprietà della parrocchia FOTO  DIENNE
Il cinema teatro Centrale, di proprietà della parrocchia FOTO DIENNE
Il cinema teatro Centrale, di proprietà della parrocchia FOTO  DIENNE
Il cinema teatro Centrale, di proprietà della parrocchia FOTO DIENNE

Un contributo straordinario del Comune, inteso come anticipo sui costi di utilizzo, salva la fruibilità del teatro parrocchiale. «Diversamente, per due o tre anni non sarebbe possibile disporne», è stato precisato in Consiglio comunale. Così il sindaco Giampaolo Provoli ha risposto infatti, in assemblea, al capogruppo della Lega, Emanuele Ferrarese, che, con un emendamento al bilancio, chiedeva di stralciare i 200 mila euro stanziati a favore della parrocchia per l’adeguamento tecnologico del cinema teatro Centrale. Secondo Ferrarese, infatti, questa spesa, «sommata ai 300 mila euro già concessi nel 2008, a fronte di una convenzione da poco scaduta, renderebbero invece auspicabile l’acquisto del teatro da parte del Comune che potrebbe così contare su uno spazio culturale importantissimo». Per questa ragione, Ferrarese ha proposto che lo stanziamento complessivo, spalmato sul 2021 e sul 2022, venga invece distribuito tra verde pubblico, arredi per le scuole, manutenzione delle palestre comunali e l’arredo urbano. Il capogruppo leghista, riconoscendo l’importante ruolo sociale e culturale giocato dal teatro parrocchiale, lo ha di fatto considerato come la sala del centro che potrebbe sostituire, a San Bonifacio, il cinema teatro Tizian che ha traslocato. La questione è sul tavolo perché la convenzione tra il Comune e la parrocchia è scaduta nel 2020: il sindaco Provoli ha spiegato che il confronto con la parrocchia, sulla questione del teatro, è aperto da due anni ma non è possibile pensare ad un acquisto della sala non essendoci, in questo senso, la volontà della parrocchia di vendere. La conferma arriva direttamente dal parroco, don Emilio Centomo: per la parrocchia, il teatro è un immobile fondamentale tanto per le attività pastorali (in primis perché agganciato all’Oratorio Don Bosco) quanto per quelle culturali, «per le quali la parrocchia si è sempre spesa, con enorme investimento da parte del volontariato parrocchiale, per l’intera comunità». Se per un verso, tra le entrate del 2020 di Sant’Abbondio mancano all’appello 50 mila euro, è anche la risorsa rappresentata dal volontariato, sempre più impegnato su fronti nuovi, aperti anche dai bisogni nati con la pandemia, ad accusare molte difficoltà. Proprio per questo, nel momento in cui si è ripresa la convenzione, il Comune ha deciso di correre in aiuto della parrocchia con uno stanziamento che per Provoli configura una sorta di anticipo sui canoni di utilizzo del teatro da parte del Comune e che, consentendo l’ammodernamento della dotazione tecnologica, «di fatto annulla i costi di service e piani sicurezza che per ogni serata di utilizzo comportano una spesa tra i 1500 ed i 3000 euro. Dire no al sostegno vorrebbe dire rendere di fatto inutilizzabile il teatro per due o tre anni, non avendo la parrocchia la possibilità di intervenire». Il sindaco Provoli ha ricordato come il teatro Centrale sia da sempre il punto di riferimento per le attività di associazioni e scuole ma che, in questo senso allineato a Ferrarese, c’è da non sottovalutare il fatto che se il Comune ne fosse il proprietario dovrebbe anche sostenere i costi di gestione. Quanto all’idea di avere un teatro in centro, il primo cittadino sembra più orientato a fare alcune valutazioni sul Tizian: «Per alcune caratteristiche di capienza del palco, meglio si presterebbe come sala teatrale del centro, rispetto al Centrale», ha detto, «e una valutazione sulla parte storica del Tizian, sulla quale il Piano di assetto del territorio ha previsto un vincolo, appare decisamente interessante». •

Paola Dalli Cani

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