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fragilità idrauliche

San Bonifacio, pronto il piano delle acque per combattere le inondazioni

San Bonifacio, strada della Selva allagata l’8 giugno 2020
San Bonifacio, strada della Selva allagata l’8 giugno 2020
San Bonifacio, strada della Selva allagata l’8 giugno 2020
San Bonifacio, strada della Selva allagata l’8 giugno 2020

Località Masetti, strada della Selva, località Tombole e via Borgoletto di Sotto, quest’ultima in località Locara, costituiscono il quadrilatero delle fragilità idrauliche sul territorio di San Bonifacio, cioè la mappa delle aree dove in caso di evento meteorologico consistente il rischio allagamento è molto alto. È quanto emerge dallo studio sul quale è stato redatto il Piano comunale delle acque: tale ricerca non solo mette in luce i problemi del reticolo scolante cittadino, ma suggerisce anche gli interventi necessari per risolverli. Una volta approvato in Consiglio comunale, ci saranno dunque le condizioni per il riordino delle «strade dell’acqua» anche applicando l’allegato Regolamento per la gestione dei fossati che mette in luce ciò che un privato può fare, ciò che gli è impedito e inoltre procedure e sanzioni.

 

Il Piano, a cui si è iniziato a lavorare nel 2015, era pronto già due anni fa. Aperta la fase di raccolta delle osservazioni (in Comune in realtà non ne è pervenuta nessuna), è stato fermato dalla pandemia. Solo nel giugno scorso la Regione Veneto ha espresso il suo parere di non assoggettabilità a Valutazione ambientale strategica ed è stato quindi possibile mettere in calendario l’approvazione in Consiglio comunale (astenuti il gruppo della Lega e la consigliera di Uniti - Per San Bonifacio). È toccato ad Umberto Anti (ingegnere idraulico già in forza all’ex Consorzio di bonifica Zerpano - Adige Guà e ad Acque veronesi) lo studio e la presentazione del Piano che è un documento complementare al Piano di assetto del territorio, alla valutazione di compatibilità idraulica dello stesso e al piano di gestione dei Consorzi di bonifica per far corretta pianificazione urbanistica e gestionale. Partendo dallo storico degli allagamenti, i rilievi hanno concentrato l’attenzione sulle quattro zone critiche del territorio comunale: ci sono stati sopralluoghi e ricognizioni preliminari, quindi l’acquisizione di informazioni parlando con i residenti, poi il monitoraggio diretto in occasione di eventi di pioggia intensa, la raccolta di dati e misure geometriche e, infine, simulazioni idrodinamiche.

 

Il dato che emerge è che i problemi lungo la strada della Selva, in località Masetti e a Locara, risultano conseguenza del «cattivo stato di manutenzione della rete di scoli privati e di buona parte delle tubazioni posate nella rete secondaria per attraversare gli accessi carrai o agricoli». Tra vegetazione spontanea talmente fitta da frenare l’acqua, attraversamenti ostruiti, sbarramenti naturali o artificiali e tratti in contropendenza, lungo i fossati si vede di tutto, compreso, in alcuni casi, pendenze delle sponde e del fondo delle scoline non idonee. Dovranno essere i privati a ripristinare la corretta funzionalità idraulica, ma non accadrà rapidamente: ogni singola situazione dovrà infatti essere analizzata dall’ufficio tecnico comunale a partire dal censimento di tutti i proprietari dei diversi tratti dei fossati sui quali è necessario intervenire. Nel caso non provvedessero i privati, lo farà, per salvaguardare l’interesse collettivo, il Comune che poi invierà il conto.

 

Solo in un caso, cioè a Locara, sarà necessaria un’opera accessoria, ovvero l’installazione di una porta a vento nello scolo Alderino. Lo studio preliminare ha permesso di escludere che alla base degli allagamenti in via Tombole ci sia un’ interferenza tra la rete scolante della zona artigianale - industriale e quella residenziale. Promossa anche la funzionalità idraulica in competenza del Consorzio di bonifica Alta pianura veneta.

Paola Dalli Cani

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