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Rifiuti, risparmi fino a mille euro

Il sindaco Giampaolo Provoli
Il sindaco Giampaolo Provoli
Il sindaco Giampaolo Provoli
Il sindaco Giampaolo Provoli

Sconti post Covid sui rifiuti: per una famiglia di quattro persone risparmi fino a 50 euro all’anno e per le attività chiuse causa lockdown si può arrivare anche a mille euro. Sono le agevolazioni che la giunta di Giampaolo Provoli ha illustrato in Consiglio comunale e che costituiscono una riduzione di 675 mila euro di spese per i sambonifacesi. A garantire queste misure sono 750 mila euro di risorse proprie che l’amministrazione ha deciso di mettere a disposizione e che si affiancano agli altri 543 mila euro che sono una quota dell’avanzo di amministrazione destinato a finanziare spese correnti straordinarie a sostegno di cittadini e imprese dopo l’emergenza sanitaria. «Oggi possiamo aiutare le famiglie», ha detto il sindaco Provoli in Consiglio, «ma sul prossimo anno non c’è alcuna certezza. Per la questione rifiuti servono azioni e decisioni». Il riferimento di Provoli è a una duplice questione: la prima è l’indeterminatezza relativa al piano finanziario di gestione del servizio che, da gennaio, non è più in capo al Comune: col 2020, infatti, San Bonifacio ha fatto il suo ingresso nel Bacino Verona Nord e la seconda è quella che per Provoli è una vera e propria emergenza, cioè le discariche in esaurimento. GESTIONE RIFIUTI Compiuto il giro di boa del 2020, il Consiglio di bacino ancora non ha deciso se la gestione del servizio rifiuti per i 58 Comuni che lo compongono sarà in house, cioè a gestione diretta pubblica, oppure sarà affidata con gara europea. «Oggi sappiamo che San Bonifacio è uno dei Comuni con le tariffe più basse: è una scelta politica importante e io ritengo che una gara europea porti con sé molte incognite. Una gestione non diretta mi preoccupa molto». Proprio perché non c’è un gestore definitivo (oggi c’è Serit che a San Bonifacio ha confermato i subappalti esistenti) non c’è nemmeno un piano finanziario dei costi: questo spiega la conferma delle tariffe del 2019 ma anche la possibilità che a fine anno scattino i conguagli. «A preoccuparmi è poi il fatto che nel veronese e in Veneto ci siano pochissime discariche e Torretta di Legnago, cui ci riferiamo dopo che si è saturato Sant’Urbano (nel padovano), è satura con tre anni di anticipo. Quel che incide nei costi del rifiuto secco è il prezzo di conferimento», ha spiegato Provoli, «che per la discarica è di 140 euro a tonnellata, prezzo calmierato dalla Regione. Brescia, dove l’inceneritore funziona, spende meno di 80 euro a tonnellata». INCENERITORI Inevitabile aprire la parentesi sulla decennale questione dell’inceneritore, mai partito, di Ca’ del Bue. «In Veneto non ci sono sufficienti discariche ma credo che se non vogliamo esaurirle, con i conseguenti problemi economici e ambientali legati al percolato e alle bonifiche, i rifiuti vadano bruciati perché avremo così un residuo che consentirà maggiore longevità alle discariche. Servono azioni e decisioni», ha tuonato il primo cittadino. Dai banchi della minoranza, però, il consigliere della Lega Alessandro Mazzon ha letto il monologo di Provoli come un intervento legato alla campagna elettorale per le regionali: un piccolo battibecco con il sindaco prima, poi un secondo batti e ribatti con il consigliere di maggioranza Luciano Fiorio e alla fine Mazzon ha abbandonato l’aula. •

Paola Dalli Cani

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