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Montagna veronese

Riaprono i rifugi del Carega (tranne uno). Ora sono tutti cardioprotetti

I gestori dei rifugi
I gestori dei rifugi
I gestori dei rifugi
I gestori dei rifugi

Riaprono da domani i rifugi del Carega e offriranno ai propri frequentatori una sicurezza in più grazie ai defibrillatori donati da Agsm e per il cui utilizzo i gestori dei rifugi hanno completato l’iter di formazione e conseguito l’attestato.

«Quando c'è un'emergenza la gente corre al rifugio e i primi 20 minuti, in attesa dell'elicottero, sono sempre i più drammatici. Adesso siamo più tranquilli potendo contare sul corso e su questa strumentazione», sottolinea Silvia Marcolin, titolare della gestione del rifugio Pompeo Scalorbi. Avere persone in situazione di bisogno, aver allertato i soccorsi ed essere in attesa del loro arrivo è la situazione drammatica che capita ai gestori di dover affrontare anche più volte in una stagione. Non sempre ci sono persone in pericolo di morte, ma quando capita, la tempestività dell’intervento e la competenza sono gli ingredienti che permettono a una vita di salvarsi. Per questo servono i defibrillatori, il corso per saperli usare e l’apprendimento delle manovre per la respirazione: i primi quattro minuti sono fondamentali per far riprendere l’attività elettrica e assicurare immediatamente l’ossigenazione del cervello per evitare danni permanenti.

Ora i rifugi del Carega (Boschetto, Passo Pertica, Scalorbi e Fraccaroli) sono cardioprotetti: resta fuori dalla lista il rifugio Revolto che purtroppo per questa stagione è quasi certo non aprirà: i lavori di adeguamento che dovevano iniziare lo scorso ottobre non sono cominciati e il gestore, nell’incertezza, ha disdetto il contratto con Veneto Agricoltura, ente regionale proprietario dell’immobile. Da domani dunque, tutti gli altri rifugi del Carega accoglieranno i visitatori, inaugurando la stagione estiva delle escursioni, con apertura giornaliera delle strutture. È già cominciato nei giorni scorsi l’afflusso favorito dalle temperature calde della pianura.

Il momento è anche propizio per godere della fioritura della Scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus), una bellissima orchidea che popola il sottobosco lungo il sentiero europeo E5, che partendo da Dogana Vecchia, poco prima del rifugio Boschetto, arriva fino Scalorbi. Il posto è conosciuto da molti e frequentatissimo, anche da comitive guidate proprio per ammirare la fioritura di questa orchidea. Pur essendo abbastanza diffusa in territorio alpino, nei boschi umidi di latifoglie, conifere o faggete, è anche l’orchidea italiana più minacciata di estinzione per la scriteriata raccolta dei suoi fiori appariscenti. L’unica cattura permessa è pertanto quella fotografica: la zona ricade nel Parco naturale regionale della Lessinia, nella Foresta demaniale di Giazza e nella Riserva naturale di Campobrun per la parte trentina, tutti enti che assicurano la massima tutela per flora e fauna. •.

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