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Radiologia portatile a servizio degli anziani in casa di riposo

L’apparecchiatura portatile per eseguire radiografie senza portare gli anziani in ospedale  DIENNEFOTO
L’apparecchiatura portatile per eseguire radiografie senza portare gli anziani in ospedale DIENNEFOTO
L’apparecchiatura portatile per eseguire radiografie senza portare gli anziani in ospedale  DIENNEFOTO
L’apparecchiatura portatile per eseguire radiografie senza portare gli anziani in ospedale DIENNEFOTO

Sembra una macchina fotografica d’altri tempi, un po’ ingombrante e issata su un cavalletto ma è la radiologia a chilometro zero, traduzione pratica del progetto «A casa dei nonni». La prima ad usufruirne, ieri al Centro servizi Don Bortolo Mussolin delle Opere di assistenza e servizi integrati (Oasi) di San Bonifacio, è stata la signora Rosetta, una dei 105 ospiti della struttura che doveva sottoporsi ad una radiografia al torace: non si è dovuta preparare per uscire, non è stato necessario chiamare un’ambulanza col suo equipaggio, non è stata costretta ad entrare in ospedale e non ha vissuto una situazione di stress perché la sua lastra l’ha fatta lì, al piano terra dell’ Rsa dove vive. Eccolo qua il progetto di radiologia residenziale che l’Ulss 9 Scaligera, grazie alla donazione dell’imprenditore Giulio Pedrollo, amministratore delegato di Linz Electric e amministratore delegato di Gruppo Pedrollo, ha attivato per gli ospiti delle 19 residenze per anziani che nel Distretto 1 e 2 hanno sottoscritto la convenzione per avvalersi del servizio. Maria Beatrice Gazzola, direttore del Distretto 2, Francesca Fornasa (direttore dell’Unità operativa complessa di radiologia dell’ospedale Fracastoro) e Andrea Quaglia (coordinatore della stessa Uoc) hanno voluto che il battesimo della strumentazione fosse nella struttura sambonifacese sia perché ad avviarlo è l’equipe dell’ospedale di San Bonifacio, sia perché in cabina di regia per questo progetto c’è stata anche la presidente Oasi Maria Mastella. Il mecenate pronto a finanziarlo, il patron della Linz electric di Arcole, lo ha del resto trovato lei: «L’ingegner Pedrollo ci è stato di grande aiuto durante i primi difficilissimi mesi di pandemia. Per noi, quando scarseggiavano mascherine, visiere e camici, ha rappresentato la provvidenza». Radiologia residenziale, si diceva, perché come avviene da ormai quattro anni con il servizio di ecografia, ora anche l’esame radiografico raggiunge gli anziani fragili nella casa di riposo in cui sono ospiti. È il terzo servizio del genere a partire in Veneto dopo Rovigo e Venezia. Un tecnico radiologo, una valigetta, un piccolo tubo radiogeno, un computer e una connessione internet: basta questo e qualsiasi stanza va bene, perché la radiazione è molto limitata e bastano due metri quadrati per disegnare l’area di tutela; l’esame può essere fatto anche se un anziano è allettato. Le immagini, visibili istantaneamente, vengono trasmesse alla Uoc (o senza connessione trasferite con un supporto digitale) perché il medico le referti. «È umanizzazione delle cure che al tempo stesso sgrava l’ospedale da ciò che non è acuto e consente una notevole riduzione dei costi», ha spiegato Fornasa. Il servizio, che concretizza un presidio di diagnostica territoriale, viene erogato con cadenza settimanale e su richiesta delle case di riposo.•.

Paola Dalli Cani

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