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«Questo non è un paese per le carrozzelle»

Giuseppe Stefanoni, già presidente del Galm di Verona
Giuseppe Stefanoni, già presidente del Galm di Verona
Giuseppe Stefanoni, già presidente del Galm di Verona
Giuseppe Stefanoni, già presidente del Galm di Verona

Serve un Peba per trasformare Monteforte in un paese libero da ostacoli per le persone con disabilità motoria: passa da un Piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche la soluzione dei cinque punti critici fisici che Giuseppe Stefanoni, già presidente del Gruppo di animazione dei lesionati midollari di Verona (Galm), ha censito e messo nero su bianco in una lettera inviata al sindaco Roberto Costa, all'assessore ai lavori pubblici Giuseppe Salvaro, alla Polizia locale, ai capigruppo consigliari e all' Ufficio tecnico comunale. Per risolvere il sesto, cioè «la scarsa educazione di molte persone nel parcheggiare sui marciapiedi», serve invece una nuova sensibilità civica accompagnata da «controlli mirati». DA VENT'ANNI Stefanoni si rivolge alla nuova amministrazione, all'insediamento, per evidenziare i problemi e suggerito soluzioni e stavolta la sua iniziativa è stata colta al balzo da Teresa Ros, capogruppo in Consiglio del gruppo Monteforte si può fare, che l'ha trasformata in una mozione con cui invita l'intero Consiglio comunale ad adottare un Peba. La proposta è stata sposata in pieno dal sindaco Roberto Costa che, ritenendo l'argomento decisamente importante, ha comunicato che allo stesso è opportuno dedicare una seduta consigliare ad hoc. Perché un Peba? «Lo scopo del Piano, come recita la norma, è monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini», spiega Ros, «e deve anche poter individuare le proposte progettuali di massima per l'eliminazione delle barriere presenti oltre che fare la stima dei costi». NON SOLO, oltre ad individuare le soluzioni il Peba deve anche formalizzare le priorità di intervento: una su tutte, il collegamento in sicurezza tra il centro storico e la parte Nord del paese, cioè il by- pass sicuro, alternativo alla strettoia a senso unico alternato, tra la piazza Silvio Venturi e la piazza Salvo d'Acquisto. Stefanoni scrive di essersi abituato a prendere carta e penna proprio da quando la progettata rampa (che avrebbe dovuto concludere i lavori di sistemazione di piazza Venturi) è stata messa in freezer. Le cinque principali carenze? In parte sono quelle che uno studio portato avanti dai ragazzi della scuola media Zanella, che nei mesi scorsi si sono seduti su una sedia a rotelle per vedere Monteforte da questa prospettiva, aveva già individuato. «I marciapiedi sono pieni di buche e pericolosi per tutti i cittadini. Gli attraversamenti pedonali sono quasi tutti impraticabili e occorrerebbe rialzarli anche per rallentare la velocità dei veicoli. La sala civica al primo piano del Vescovado», elenca Stefanoni, «è di fatto inaccessibile, come il cimitero del capoluogo per via della ghiaia, problema che esiste anche al parco comunale dove un gradino troppo alto rende impossibile salire sul ponte sull'Alpone». L'ultimo punto tocca gli esercizi pubblici: «Molti sono inaccessibili e servirebbe più attenzione da parte dei tecnici comunali quando si fanno ristrutturazioni e dei professionisti quando si firmano le dichiarazioni di conformità». NON MANCANO le assurdità: «Negozi che erano a norma e che sono diventati inaccessibili dopo le ristrutturazioni oppure le nuove rampe dalla pendenza abnorme, come quella realizzata con le nuove opere parrocchiali dietro la chiesa». Solo la lista delle magagne? «No», chiarisce Stefanoni, «mi metto a disposizione con tutto lo spirito costruttivo che mi caratterizza». •

Paola Dalli Cani

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