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L'incendio del bus

Pneumatici e serbatoi scoppiati come bombe. L'autista: «Forse un guasto all'impianto elettrico»

Lo scheletro bruciato del bus caricato su un rimorchio
Lo scheletro bruciato del bus caricato su un rimorchio
Autobus a fuoco a Vestenanova (foto Zambaldo)

Solo verso mezzogiorno uomini e mezzi del pronto intervento sono riusciti a concludere il faticoso lavoro di spegnimento e raffreddamento delle lamiere del mezzo dell’Atv che si è acceso come una torcia, mettere mano allo scheletro dell’autobus e trasferirlo sopra il mezzo di soccorso stradale. Non poche le difficoltà per stabilizzarlo con la gru sopra il rimorchio che è stato poi accompagnato a piedi dagli uomini della sicurezza per un paio di chilometri lungo i tornanti in salita fino a raggiungere lo spiazzo in località Albaromatto. Lì si sono rese più agevoli le manovre finalizzate alla messa in sicurezza dei rottami e poter scendere poi da Vestenanova lungo la Valle d’Alpone. Il traffico è stato ripristinato dopo circa sei ore, con conclusione della bonifica del luogo alle 14.15.

Dell’autobus grigioblù di Atv Verona non è rimasto che uno scheletro di rottami penzolanti caricato con la gru sopra il pesante mezzo di soccorso non abbastanza lungo per contenerlo tutto. Immagini impressionanti, epilogo di una mattinata di fuoco: come bombe il fragore dei numerosi pneumatici e serbatoio scoppiati a ripetizione uno alla volta. Un’atmosfera da guerra che ha scosso l’ultima propaggine della provincia di Verona che si affaccia sulla Valle del Chiampo mettendo alla prova il pronto intervento dei Vigili del fuoco nel domare le fiamme.

«Secondo me è stato un guasto all’impianto elettrico a far partire il corto circuito» è il parere dell’autista. «L’innesco dell’inarrestabile e spaventoso incendio su un mezzo di tale portata fa sorgere immediata la domanda circa l’età del mezzo» . Il bus bruciato pare avesse solo una decina d’anni. Più giovane dei ragazzi che trasportava. Involontari protagonisti di un raro fatto di cronaca di non poco rilievo e che non si sono persi d’animo.

Con passo spedito hanno conquistato una postazione in sicurezza e alla dovuta distanza. A quel punto cellulari in mano hanno filmato e documentato l’evento del giorno (sono dei ragazzi i video e le numerose foto rimbalzate sui social) consapevoli più tardi di essere al centro delle attenzioni mediatiche. Sollievo per le famiglie e tutta la comunità: gli studenti l’hanno scampata bella e nel doppio ruolo di protagonisti e registi. 

M.G.

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