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Più rifiuti abbandonati di prima del lockdown

Mascherina usata tra l’erba
Mascherina usata tra l’erba
Mascherina usata tra l’erba
Mascherina usata tra l’erba

Con la riapertura delle attività, sono tornate le cattive abitudini che alcuni perpetrano ai danni di tutti i caldieresi e dell’ambiente in cui vivono. Durante la fase di lockdown, infatti, il paese era immacolato: bello, tranquillo e soprattutto pulito. Niente immondizia lungo le scarpate, nelle piazzole di sosta, nei parcheggi, nei giardini pubblici e lungo strade e marciapiedi. Da maggio, con la fase due, sono comparsi, gettati a terra, qualche mascherina e pochi guanti in lattice. Dallo scorso mese, durante la fase «Rilancio», il malcostume è invece tornato tale e quale prima della pandemia: mascherine, mozziconi di sigaretta, lattine, bottiglie di vetro e di plastica vengono lasciate con noncuranza ovunque, nei parchi, nei camminamenti e nelle piazze, creando sporcizia. Per non parlare delle feci dei cani, altra piaga contro la quale il Comune e la Polizia locale dell’Unione hanno cercato di tamponare ma senza riuscirci: le deiezioni vengono lasciate su marciapiedi e nei giardini. Tanto che la Giunta si è dovuta convenzionare con i volontari dell’associazione nazionale carabinieri di Caldiero per controllare di sera parchi, piazze e giardini, col sindaco che li ha fatti chiudere a mezzanotte, fino a Ferragosto, per evitare schiamazzi e disturbo alla quiete pubblica, oltre che l’abbandono di rifiuti. Dunque il problema dell’abbandono dei rifiuti sta tornando e in modo ancora più preoccupante di prima di marzo. «Mentre eravamo chiusi in casa, il paese era lindo, anche se sono aumentati i rifiuti raccolti porta a porta», rimarca il vicesindaco Francesco Fasoli, delegato all’Ambiente, «a distanza di qualche mese, alcuni sono tornati a sporcare il paese, altri invece conferiscono male. Ad esempio, viene trovata ancora troppa plastica nei sacchetti del secco: riprendiamo le buone abitudini, differenziamo tutti meglio, ne gioverà l’intera comunità».

Z.M.

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