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Più animazione e cambio di menù alla casa di riposo

Con la bella stagione c’è stato spazio anche per mangiarsi la pizza all’aperto e ora che il freddo fa| capolino ad aggiungere stimoli alla vita in casa di riposo arriva un corso di ginnastica in una palestra fuori dalla struttura: ci sta lavorando il Consiglio di amministrazione della Fondazione Don Mozzatti d’Aprili e i destinatari saranno i 28 utenti dei gruppi appartamento e della Comunità alloggio per persone disabili attiva a Monteforte d’Alpone. Non è però l’unica novità perché, anche facendo tesoro delle indicazioni raccolte in occasione di un recente incontro con i familiari degli ospiti, la nuova direttrice di impegno sarà la cucina: «Oltre a imprimere una forte spinta all’attività ricreativa e di animazione, riorganizzeremo il servizio cucina. Si mangia con gli occhi prima che con la bocca», fa sintesi il presidente Carlo Bergamasco, «e quindi siamo al lavoro per cercare una nuova formula che sposi equilibrio nutrizionale con varietà ed appetibilità delle pietanze». Questo processo di conversione interesserà tutte le strutture della Fondazione, cioè le due Rsa di Monteforte e Bolca di Vestenanova ma anche le due comunità montefortiane: per Bolca la novità che accompagnerà l’autunno è l’apertura agli esterni del servizio di fisioterapia, non appena sarà formalizzata l’autorizzazione all’esercizio. Il terzo inverno condizionato dal Covid-19 si appresta, quindi, a cominciare così, «all’insegna di una grande serenità, quella che tra gli ospiti è stato possibile ricostruire grazie all’incontro con i loro familiari. Ripartiamo con un riconquistato benessere psicofisico frutto di esperienze molto intense come l’esser riusciti a spostare in auditorium anche ospiti allettati ai quali, finalmente, i parenti hanno potuto far visita. Nell’interesse dei nostri anziani, abbiamo spinto la nostra disponibilità al massimo, cancellando il tetto al numero di visite, rendendole possibili anche la domenica, utilizzando tutti gli spazi possibili, soprattutto all’esterno. Proseguiremo in questa direzione, attenti alle richieste dei familiari ma sempre nei limiti delle regole vigenti e mantenendo l’attenzione al massimo. Il virus c’è ancora», evidenzia Bergamasco, «e le cautele lo devono essere altrettanto a tutela di tutta quella comunità che è una struttura per anziani». I tamponi periodici, cioè ogni venti giorni, ormai sono diventati un’abitudine ma al rasserenarsi dell’orizzonte ne sono tornate altre: una su tutte la messa settimanale, rigorosamente riservata ai soli ospiti, in struttura.•. P.D.C.

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