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«Pfas, screening fermi per il Covid»

L'emergenza Covid ha battuto, almeno in parte, l’emergenza legata alla contaminazione da Pfas
L'emergenza Covid ha battuto, almeno in parte, l’emergenza legata alla contaminazione da Pfas
L'emergenza Covid ha battuto, almeno in parte, l’emergenza legata alla contaminazione da Pfas
L'emergenza Covid ha battuto, almeno in parte, l’emergenza legata alla contaminazione da Pfas

L'emergenza Covid ha battuto, almeno in parte, un’altra emergenza: quella legata alla contaminazione delle acque e degli alimenti causata dai Pfas. Se già era nota - l’aveva comunicata l'Ulss 9 Scaligera a metà dello scorso marzo - la sospensione a causa del coronavirus dello screening volto a valutare gli effetti delle sostanze perfluoro-alchiliche sulle persone esposte all'inquinamento ora, stando, a quanto denuncia Elisa La Paglia, consigliere comunale a Verona del Pd, candidata al Consiglio regionale, si scopre che non si sa quando i controlli riprenderanno. «Abbiamo chiamato il Centro prelievi di Legnago e ci siamo sentiti rispondere che lo screening è stato sospeso a causa dell’emergenza Covid e che non ci sono ancora direttive sulla sua ripresa», afferma La Paglia. La quale riferisce che «alcuni cittadini si sono sentiti rispondere di chiamare a metà settembre, perché adesso non si sa ancora nulla». I controlli consistono in analisi volte a verificare la presenza di Pfas nel sangue, oltre all'esistenza di valori che indichino patologie teoricamente correlabili a queste sostanze, e sono volti a garantire la presa in carico di chi presenta malattie. Gli esami sono in corso nel territorio a cavallo fra le province di Verona, Vicenza e Padova e riguardano in tutto circa 100 mila persone. Nel Veronese la sorveglianza è iniziata nel maggio 2017 nell’ospedale di Legnago e a partire dal successivo mese di ottobre a San Bonifacio. Riguarda buona parte della popolazione residente nei Comuni di Albaredo, Arcole, Cologna Veneta, Pressana, Roveredo, Veronella e Zimella, che fanno capo al servizio screening di San Bonifacio, e di Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Legnago, Minerbe e Terrazzo, che invece sono nell'area di competenza di quello di Legnago. «L'emergenza Covid non può essere una scusante, vogliamo sapere quando riprenderanno i controlli, perché ci sono decine di migliaia di persone residenti nella zona rossa che continuano a vivere una situazione di grande preoccupazione e temono di ammalarsi a causa dell'inquinamento», afferma La Paglia. «Sul sito della Regione l’ultimo rapporto relativo al piano di sorveglianza sanitaria è del dicembre 2019, da cui risultano 72 mila inviti spediti ai residenti dell’intera area rossa veneta con 42.400 visite effettuate, ma sul sito dell’Ulss 9 va ancora peggio, perché i rendiconti si fermano a giugno 2018», dice. «Sarebbe importante, ad esempio, sapere a che punto è la presa in carico di secondo livello per le persone i cui esami hanno evidenziato le alterazioni più marcate e presenza di Pfas», prosegue. «Nell’Ulss 9, al 31 dicembre scorso, solo 1.200 persone erano state invitate negli ambulatori per esami di approfondimento; un numero bassissimo», sottolinea La Paglia, «dato che in una grande fetta della popolazione lo screening ha evidenziato dati alterati», dice l'esponente Dem. Che chiede anche l'estensione dello screening a San Bonifacio. L'Ulss risponde con una nota. «Dopo lo stop imposto dal lockdown, già dal primo luglio sono ripartite le visite cardiologiche di secondo livello dello screening, così come sono partiti i questionari a conclusione del primo livello, che sono somministrati per via telefonica agli utenti che avevano già effettuato un prelievo ematico». In parte, insomma, la macchina è stata rimessa in moto. «La ripresa dell’attività di approfondimento endocrinologico, che è stata condizionata dall’andamento dell’epidemia di coronavirus che ha visto il personale impegnato in prima linea per la sorveglianza sanitaria, è prevista per l’autunno, compatibilmente con l’evoluzione epidemiologica e la disponibilità di personale», precisa l'azienda. •

Luca Fiorin

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