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Il processo

Pfas, insieme a Miteni anche Mitsubishi ed Icig riconosciute responsabili civili in caso di condanna

Una protesta organizzata davanti all’azienda Miteni qualche tempo fa
Una protesta organizzata davanti all’azienda Miteni qualche tempo fa
Una protesta organizzata davanti all’azienda Miteni qualche tempo fa
Una protesta organizzata davanti all’azienda Miteni qualche tempo fa

I colossi della chimica che hanno controllato negli ultimi decenni l’azienda chimica Miteni Spa di Trissino, Vicenza, Mitsubishi ed Icig, saranno chiamati a risarcire i danni nel caso in cui si arrivi a comminare delle condanne nel processo per l’inquinamento da Pfas. Una contaminazione che tuttora interessa un’ampia area posta a cavallo fra le province di Verona, Vicenza e Padova.

Questa, assieme alla conferma che quasi tutte le parti civili costituitesi, 314 su 318, resteranno dentro al procedimento, è la novità più importante che ha portato l’udienza svoltasi ieri in tribunale a Vicenza. Udienza che ha un valore fondamentale per il processo. Il quale, va ricordato, vede imputati di reati che vanno da avvelenamento delle acque, disastro ambientale, inquinamento e gestione di rifiuti non autorizzata a violazioni della legge fallimentare ed illeciti amministrativi 15 fra manager e dirigenti della stessa Miteni.

La puntuale ordinanza, per leggere la quale ci sono volute quasi tre ore, adottata dalla corte d’assise presieduta da Antonella Crea, che ha come giudice a latere Chiara Cuzzi ed è coadiuvata anche da otto giudici popolari, è consistita in un quasi totale non accoglimento delle istanze ed eccezioni che erano state formulate dalle difese. 

Luca Fiorin

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