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Paese malato di gioco: 5 milioni in un anno

La febbre del gioco a una slot machine. Dal 2016 è in vigore un’ordinanza per fissare gli orari negli esercizi pubblici
La febbre del gioco a una slot machine. Dal 2016 è in vigore un’ordinanza per fissare gli orari negli esercizi pubblici
La febbre del gioco a una slot machine. Dal 2016 è in vigore un’ordinanza per fissare gli orari negli esercizi pubblici
La febbre del gioco a una slot machine. Dal 2016 è in vigore un’ordinanza per fissare gli orari negli esercizi pubblici

In un anno i soavesi si sono giocati qualcosa come 5 milioni di euro tondi tondi: considerato che in paese risiedono 7.108 abitanti, milioni, ogni soavese in un anno si è «mangiato» 704 euro al gioco. Il dato è sconcertante se si pensa che, rimanendo nel campo del vizio, un fumatore medio spende meno: dai 500 ai 600 euro in sigarette in un anno. I dati sono relativi al 2017 e sono stati appena pubblicati dal gruppo editoriale Gedi. Dell’ammontare complessivo «bruciato» dal gioco, 2 milioni circa risultano essere stati spesi nelle macchinette mangiasoldi, alias le slot machine, mentre nei concorsi e pronostici sportivi sono stati pagati 2 milioni e 460 mila euro di scommesse legali (la cifra è comprensiva del milione e 290 mila euro spesi nelle lotterie istantanee (i cosiddetti gratta e vinci). Infine nei concorsi del Lotto sono stati scommessi 438 mila euro e al Superenalotto 100 mila euro circa. È anche vero che nel 2017 a Soave si sono vinti 3 milioni e mezzo di euro alle varie lotterie e alle macchinette. I dati sono stati raccolti dalle tabaccherie, ricevitorie del Lotto e Superenalotto e dalle 46 slot machine distribuite negli esercizi pubblici, per la maggior parte bar e tabaccherie. In quell’anno, a Soave, c’era una sala giochi attiva per qualche mese, poi è stata chiusa per droga. Ovviamente incide l’autogrill sull’A4, dove si vendono tagliandi dei vari concorsi e dal quale transitano centinaia di migliaia di persone che non sono di Soave. Non ci sono però slot in autogrill. «NONOSTANTE l’attenuante dell’autogrill, quello dei 5 milioni spesi nel gioco resta un dato preoccupante», segnala il vicesindaco con delega alle politiche sociali Angelo Dalli Cani, «considerando che in questo dato mancano oltretutto le scommesse on line, che possono essere fatte anche da minori. Il primo effetto di questo dato è che sono giunte nel 2018 segnalazioni ai servizi sociali dei primi casi di persone residenti con evidente dipendenza da gioco e che ora saranno seguiti dal personale sanitario». Per fare un raffronto con i dati di un Comune vicino, Monteforte d’Alpone, che ha tuttavia 1.800 abitanti in più (8.917 residenti), i soavesi e i tanti turisti venuti a visitare Soave, risutano avere speso il doppio dei vicini. A Monteforte la spesa media al gioco è stata infatti di 335 euro. L’AMMINISTRAZIONE comunale, allarmata, è corsa subito ai ripari, percorrendo tre strade. «Innanzitutto abbiamo messo in atto un’azione di carattere repressivo nei confronti dei gestori degli esercizi pubblici», spiega sempre il vicesindaco. «Polizia locale e carabinieri della stazione di Soave hanno intensificato i controlli e hanno già pizzicato qualche gestore di esercizio che teneva aperto ben oltre le 22, orario limite imposto dall’ordinanza in vigore dal 2016» (l’orario per sale da gioco, videolottery e slot è 10-13 e 17-22. «L’ordinanza resterà in vigore, ma innalzeremo le multe per chi viola la disposizione del sindaco», promette Dalli Cani che fa appello ai suoi concittadini: «Li invito a segnalare agli agenti di polizia locale o ai carabinieri comportamenti che trasgrediscano la legge, come l’orario di apertura delle macchinette, o il fatto che giochino minori». La seconda strada percorsa è stata quella di unire le forze con le altre amministrazioni comunali vicine. «Abbiamo già fatto un incontro tra amministratori comunali dell’Est Veronese a Caldiero, per cercare di coordinare un’azione di educazione e di prevenzione assieme agli altri Comuni», avverte sempre Dalli Cani. «Nelle prossime conferenze dei sindaci concorderemo un regolamento condiviso e uguale per tutti gli enti locali della nostra zona, con un orario di apertura delle sale da gioco omogeneo, in modo da impedire che un gestore si sposti da un centro all’altro». Infine il ricorso ad esperti: la terza via scelta è che il Comune di Soave è pronto ad entrare nell’associazione Avviso Pubblico, fondata dal giornalista di Villafranca Pier Paolo Romani che ne è il coordinatore nazionale. «Questo perché ci preoccupa la possibilità che dietro il gioco d’azzardo vi sia la mano della criminalità organizzata che fa affari anche qui a Soave», conclude Dalli Cani. «E alcune slot machine potrebbero essere taroccate e mangiare più soldi ai cittadini, di quello che fanno le macchinette regolari». •

Zeno Martini

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