«Ricostruire e ripartire sempre». Queste le parole del parroco don Maurizio Gobbo alla benedizione della nuova lapide che onora i Caduti della Grande Guerra e ricorda il grande lavoro che, un anno fa, impegnò tutte le associazioni combattentistiche e d’Arma nel celebrare il centenario della prima guerra mondiale. La lapide ricostruita è quella che venne inaugurata il 4 novembre 2018 ma che è finita in mille pezzi una notte di metà ottobre, durante la Sagra delle castagne. Un incidente, secondo il sindaco Luciano Marcazzan, un atto di sfregio alla memoria, secondo altri: domenica, però, per tutti è stata una giornata di festa vera perché la lapide è rinata grazie al Comune e oggi poggia su un basamento più solido di quella precedente oltre a mettere più in evidenza Associazione combattenti e reduci, Gruppo alpini, fanti, Associazione nazionale carabinieri, le associazioni cioè coloro che lavorarono molto al centenario. È stato questo uno dei momenti più attesi della commemorazione, accompagnata dalla banda «Giuseppe Verdi» di Montecchia di Crosara e di San Giovanni Ilarione, che ha visto la partecipazione di tutte le associazioni e che è stata anche l’occasione per celebrare nuovamente la «Sgaussola della memoria», cioè il percorso che lo scorso anno venne ripristinato inserendo nella pavimentazione pietre d’inciampo con i nomi dei Caduti ilarionesi della Grande guerra. «La miglior difesa è l’attaccamento alle nostre tradizioni, l’esercizio della nostra cultura, l’amore per il nostro paese, l’attenzione a chi sta peggio di noi e ci vive accanto», questo il richiamo del sindaco Luciano Marcazzan che ha invitato i presenti ad una riflessione. «Non buttiamo via il sacrificio dei nostri ragazzi», ha rimarcato, «ed il sacrificio di chi, appartenente alle forze armate, rischia ogni giorno la vita». •