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Nel «salotto» di San Bonifacio c’è la bottega di Altromercato

Il sindaco Provoli e i volontari delle associazioni davanti alla bottega
Il sindaco Provoli e i volontari delle associazioni davanti alla bottega
Il sindaco Provoli e i volontari delle associazioni davanti alla bottega
Il sindaco Provoli e i volontari delle associazioni davanti alla bottega

Il «centro commerciale» più grande del mondo sta in una bottega di corso Venezia, a San Bonifacio: è qui, nella strada dello struscio, che i 20 anni di esperienza dell'associazione Gamargioba nell’equosolidale e i 30 che la Cooperativa Le Rondini ha messo insieme a Verona hanno fatto sintesi nella nuova bottega di Altromercato. Pronti per l’inaugurazione a primavera, i volontari dell’associazione sambonifacese non si sono arresi al lockdown e, non appena possibile, hanno aperto, rinviando a tempi più propizi il taglio del nastro. Ci sono riusciti una decina di giorni fa inaugurando così la quinta bottega di Altromercato dopo Verona, San Giovanni Lupatoto, Negrar e Legnago. «Aprire di questi tempi vuole davvero essere un segnale importante ed è per noi il modo per rendere visibile il principio che unendo le forze si riescono a tagliare traguardi importanti», il saluto di Giorgio Vantini, componente del Consiglio di amministrazione delle Rondini. Sinergia, sistema: sono le due parole attorno alle quali due anni fa Gamargioba e Le Rondini si sono conosciute. «Una sorta di fidanzamento concluso con un matrimonio: Gamargioba è diventata socia delle Rondini, cooperativa che ha assunto anche una nostra dipendente e che si occuperà della gestione economica mentre all’apertura del negozio penseranno i nostri volontari», spiega Giuseppe Pasini, presidente di Gamargioba. In dote l’associazione porta la rete di contatti e di clienti costruita in 20 anni: un impegno che si è innestato sulla nascita, nel 2008, del Gruppo di acquisto solidale di Prova (una settantina di iscritti), di Sarego (nel vicentino) ma anche di alcuni gruppi spontanei che hanno scelto di essere consumatori consapevoli. Già perchè in bottega i piccoli produttori del mondo trovano una vetrina ma, soprattutto, la possibilità di veder pagato a prezzo equo il proprio lavoro. Ci trovi i sapori, i profumi, i colori ma anche la cultura del mondo che può passare da un pacco di caffè o da un bijou, da un capo di abbigliamento come da un infuso piuttosto che da un oggetto di artigianato: un viaggio intorno al mondo che si può condividere scegliendo, ad esempio, bomboniere etiche. A crederci per prima fu Norma Borgobello: fu lei a decidere di cedere ai volontari di Gamargioba l’utilizzo degli spazi di piazza Costituzione che sono stati per vent’anni la prima bottega: fu il primo luogo fisso ad integrazione dei periodici appuntamenti con i mercatini. Oggi il trasloco in corso Venezia, «possibile perchè», dice Pasini, «i proprietari non hanno messo al primo posto il profitto». E con il sì del sindaco Giampaolo Provoli, uno dei primi a credere nell’equosolidale. •

Paola Dalli Cani

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