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SAN MARTINO BUON ALBERGO

Nel destino della tenuta della Musella rispunta l'ipotesi del campo da golf

Avesani: «Per far acquisire all'area ancora più prestigio servono spazi e capitali»
Il sindaco Avesani indica la zona della tenuta Musella dove dovrebbe sorgere un campo da golf
Il sindaco Avesani indica la zona della tenuta Musella dove dovrebbe sorgere un campo da golf
Il sindaco Avesani indica la zona della tenuta Musella dove dovrebbe sorgere un campo da golf
Il sindaco Avesani indica la zona della tenuta Musella dove dovrebbe sorgere un campo da golf

Fu la residenza di un ministro del re, oggi la villa settecentesca che sovrasta la Musella è una lussuosa struttura ricettiva, con molti ospiti stranieri, immersa nel parco secolare di 40 ettari della tenuta alle porte di Verona, a San Martino Buon Albergo. A condurre la prestigiosa dimora sono i fratelli Vittore, avvocato e Zeno, consulente finanziario, eredi del duca Luigi Filippo d'Acquarone e della duchessa Maria Emma De Luca. Luigi Filippo, che morì nel 1993, fu detto il duca rosso, perché si iscrisse alla locale sezione del Pci e salvò la tenuta dalla cementificazione. Maria Emma morì nel 2004. Ai funerali laici della duchessa, celebrati in Musella, partecipò, tra gli altri, l'editrice e amica Inge Feltrinelli. La duchessa ospitò in Musella alcuni autori presenti al Festival della letteratura di Mantova.
Villa d'Acquarone è costituita da 6 camere e si sviluppa su 4000 metri quadrati, distribuiti su due piani. Al piano nobile si trovano i salotti affrescati, il salone da ballo, le sale da pranzo e la suite rossa. Al primo piano, le altre camere. La piscina è vicina alla voliera a cupola, attribuita alla scuola dell'architetto Sammicheli, che ora ospita eventi culturali e mondani.
La Musella prese il nome dal nobile Giacomo Muselli che, nel 1607, comprò parte della tenuta, inclusa la corte delle Colombare. Nel 1654, Cristoforo, figlio di Giacomo Muselli, trasformò il rustico delle Colombare in una villa. Nel 1709, Paolo, Giacomo e Girolamo, nipoti di Giacomo Muselli, ultimarono i lavori. La villa fu la casa di campagna dei Muselli che allora abitavano nel palazzo in via Cavour, a Verona, attuale sede della Banca d'Italia. Nel 1861, Matilde Muselli, che sposò Giangirolamo Orti Manara, mise all'asta i propri possedimenti nella Musella: il banchiere Luigi Trezza comprò la villa che, ristrutturata, prese l'aspetto odierno, con le statue dei 12 imperatori romani sulla facciata. Nel 1890, Cesare, figlio di Luigi Trezza, realizzò il parco all'inglese, ora all'italiana, che circondava la residenza con viali e fontane.
Nel 1920, dopo il matrimonio di Maria Maddalena Trezza, figlia unica di Cesare, con Pietro d'Acquarone, la villa venne rimodernata. La tenuta arrivò in dote a Pietro d'Acquarone quando sposò Maddalena Trezza di Musella, ereditiera della ricchissima famiglia che a Verona aveva in appalto l'esazione delle imposte. Pietro d'Acquarone, abile finanziere, fece fruttare anche il patrimonio personale di re Vittorio Emanuele III. Nel 1939, Pietro d'Acquarone diventò ministro della Real Casa e organizzò per il re l'arresto di Benito Mussolini dopo il 25 luglio 1943. Nel 1984, dopo la morte del primo duca e del figlio Cesare, in Musella si insediò il primogenito Luigi Filippo, il duca rosso.
Nel 1990, Luigi Filippo d'Acquarone protesse la dimora vendendo alla multinazionale farmaceutica Glaxo 200 dei 360 ettari della Musella perché ne facesse una scuola per dirigenti. La proprietà della villa rimase ai d'Acquarone. Nel 1995, però, la Glaxo cambiò programma per i troppi ritardi nell'ottenere le autorizzazioni e in seguito diede i 200 ettari all'industriale tessile Carlo Bonazzi che intendeva ristrutturare le corti e costruire un campo di golf da 18 buche. Il progetto, contrastato dagli ambientalisti, fu abbandonato nel 1998 e Bonazzi si privò a pezzi dei 200 ettari. Nel 1999 arrivò l'autorizzazione del ministero ai Beni culturali per il golf. Visitarono la tenuta Vittorio Sgarbi - ora nominato ambasciatore per le arti della Lombardia all'Expo 2015 - e il campione di golf Costantino Rocca.
Nel frattempo il Comune, amministrato dal sindaco Mario Lonardi, commissionò la variante al Piano regolatore sui 360 ettari Musella. Nel 2002 la Regione approvò il piano urbanistico. La tenuta, divisa tra una trentina di proprietari, sarebbe stata un condominio a cielo aperto. I proprietari, tuttavia, avrebbero potuto cambiare la destinazione d'uso da agricola a residenziale dei rustici non più indispensabili all'agricoltura, recuperando abitazioni o parti di esse e avrebbero potuto scavare garage all'interno di colline o terrazzamenti.
«Ma i proprietari non sottoscrissero mai la convenzione con il Comune per l'applicazione in Musella della variante al Prg», spiega l'attuale sindaco Valerio Avesani, «quindi si tornò alle condizioni urbanistiche vigenti prima del 2002: ciascun proprietario avrebbe dovuto, di volta in volta, chiedere al Comune le autorizzazioni per ogni intervento previo benestare della Sovrintendenza, perché la tenuta è protetta da vincoli che solo lo Stato potrebbe togliere».
La situazione è ancora così, a meno che il Comune non riesca - Avesani dice l'anno prossimo - a contattare di nuovo i proprietari, che secondo il sindaco sarebbero già la maggioranza, per predisporre un Piano degli interventi dedicato alla Musella.
Il Piano degli interventi è lo strumento operativo fatto di accordi tra pubblico e privati con cui si attua il Piano di assetto del territorio che ha sostituito il vecchio Piano regolatore, che regola l'espansione residenziale e produttiva. Grazie al Piano degli interventi, il sindaco avrebbe anche il benestare dei proprietari per cadenzare le iniziative pubbliche nella tenuta, perché Avesani è del parere che la Musella debba essere salvaguardata dalle visite di massa, tanto è ambientalmente preziosa.
Nel 2008, il sindaco accompagnò nella tenuta l'architetto Boris Podrecca, direttore dell'Istituto di progettazione e teoria dello spazio all'Università di Stoccarda, che tra il 1995 e il 1998 rifece via Mazzini, a Verona. Avesani è convinto che San Martino Buon Albergo possa recuperare fama e ricchezza con la cucina agreste e il turismo, dando lavoro alle giovani generazioni e garantendo la conservazione dell'architettura e delle tradizioni contadine. Ma alla Musella - che è compresa nel Piano d'area Quadrante Europa per i Comuni dell'area metropolitana e che individua le opere strategiche provinciali - è sempre mancato quel quid che ne facesse rivivere i fasti del passato, senza mai dimenticare che si tratta di proprietà privata.
«Se la villa d'Acquarone diventasse un vero e proprio albergo e se il campo pratica di golf - che ha già avuto il permesso del Comune e che sorgerà alla corte Tetra, nell'area pianeggiante della tenuta vicino al quartiere di Sant'Antonio - diventasse un campo di golf da 18 buche, la Musella acquisirebbe ancora più prestigio. Servono spazi e capitali», aggiunge Avesani. La novità è anche questa: «L'autorizzazione del ministero ai Beni culturali per il golf non è mai scaduta», assicura il sindaco. Chissà, forse gli sceicchi arabi ospitati recentemente alla kermesse cavallerizza organizzata nel parco del Pontoncello tra San Martino Buon Albergo, San Giovanni Lupatoto e Zevio potrebbero essere invogliati ad investire nella tenuta.

Stefano Caniato

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