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La manifestazione

Montefortiana sospesa per Covid: ma per gli irriducibili la corsa è «fai da te»

L'edizione 2019 della Montefortiana
L'edizione 2019 della Montefortiana
L'edizione 2019 della Montefortiana
L'edizione 2019 della Montefortiana

Ferma per pandemia, in corsa per passione: cosa sia la Montefortiana lo racconta ciò che Monteforte ha ammirato nel fine settimana in cui, fino alla sospensione scattata a fine dicembre, avrebbe dovuto svolgersi la 46ª edizione della corsa. Era in programma la domenica successiva alla festa di Sant’Antonio Abate, che ricorre il 17 gennaio, ma, diversamente dal santo eremita egiziano patrono della manifestazione podistica che resistette alle tentazioni, c’è chi non ha saputo fare altrettanto. Troppo la voglia di riassaporare il clima di festa che si respirava fino a due anni fa (l’edizione del 2020 è stata l’ultima). Nel 2019 tra l’altro era stato battuto il record di partecipanti: si stima che fossero in 23mila.

Ad accenderla, la Montefortiana del cuore, sono stati sabato mattina una quindicina tra utenti e operatori della comunità di Corte Scolette, che accoglie persone con disabilità. Un sorriso così, cartelloni con su scritto «Viva e Viva la Montefortiana» e via sulle strade della regina delle marce. C’è chi, come Giampaolo Ghiotto (responsabile del Ristoro Gianni) la sua voglia di Montefortiana l’ha trasformata prima in una chat ad hoc e poi in un post sui social lanciando l’idea di una Montefortiana informale: in una ventina, compresi gli scodinzolanti Petra e Cleo, hanno risposto all’invito arrivando anche dai paesi vicini.

Roberta Bighignoli, una delle volontarie della Montefortiana, avrebbe voluto avere il tempo di confezionare una specie di divisa per tutti ma mancando il tempo ha realizzato per sé una t-shirt con su scritto «Montefortiana mon amour». Il presidente del Gruppo sportivo dilettantistico Valdalpone Giovanni Pressi, con parte del direttivo e amici, in corsa ci si è messo invece sabato per onorare, su 45 chilometri e 1.700 metri di dislivello, i percorsi degli «scalatori» che avrebbero dovuto correre tra Ecorun ed Ecomaratona. Operativo di prima mattina anche un altro volto simbolo della Montefortiana, quell’Angelo Micheletti che è il papà del minestrone degli Alpini: nessun pentolone e mestolo grande come una pagaia tra le mani, piuttosto il volante del suo trattore impegnato nella salita tra la rotonda di via Cervia e la corte dei Monti. E questo solo per citarne alcuni degli irriducibili che ieri a centinaia hanno acceso comunque la corsa in paese e sulle colline, come quella ventina di ragazzi datisi appuntamento al bar da Gigi per poi mettersi in marcia: per tutti solo due parole che suonano come un appello, «Montefortiana, torna!».

Paola Dalli Cani

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