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Mirko, il sogno e il nubifragio in Vietnam

Il motorino che  su una spiaggia così ha rischiato di finire risucchiato in mare dalla violenza delle onde
Il motorino che su una spiaggia così ha rischiato di finire risucchiato in mare dalla violenza delle onde
Il motorino che  su una spiaggia così ha rischiato di finire risucchiato in mare dalla violenza delle onde
Il motorino che su una spiaggia così ha rischiato di finire risucchiato in mare dalla violenza delle onde

Dagli incendi australiani ai nubifragi del Vietnam. Il viaggiatore Mirko Zambon, 25 anni, di Roncà, è partito due mesi fa dall’Australia per provare a visitare i luoghi più remoti di Vietnam, Cambogia, Laos e Thailandia, senza tanti soldi in tasca e senza un tetto sotto il quale riposare. Ha lasciato la catastrofe ecologica che sta divorando la terra dei canguri, dov’era approdato nel 2018 cercando una via per dare una svolta alla sua vita, e sta affrontando nel Paese del sud est asiatico la terribile «raining season», la stagione delle piogge, con nubifragi continui e vento forte che alimenta le mareggiate. Lo scorso 8 gennaio, mentre si era accampato con la sua tenda sotto il porticato di una casa di un piccolo villaggio vietnamita per ripararsi dalla pioggia, è stato svegliato all’improvviso dalla polizia, avvertita dal marito della donna che gli aveva dato il permesso di sostare nella sua proprietà. I poliziotti, tra le risa generali e gli scherni degli abitanti del villaggio, hanno costretto Zambon e la sua fidanzata, la francese Pauline, ad andarsene subito. Sotto una pioggia torrenziale, la coppia ha caricato la tenda sul motorino e ha raggiunto la spiaggia, dove i due si sono accampati. Fortunatamente Zambon ha deciso di dormire con i piedi fuori dalla tenda. Quando i piedi si sono bagnati si è svegliato di soprassalto e ha capito che il mare stava salendo. «Le onde erano alte, avevano già superato la tenda e avevano sradicato alberi, per fortuna non la pianta a cui avevo fissato le corde della tenda. L’ho smontata velocemente, ho recuperato il motorino che stava andando in mare e sono scappato con Pauline cercando l’asciutto», racconta trafelato il giovane, che ha pure pubblicato un video su Instagram in cui racconta la sua disavventura. Le sue «gesta» dall’altra parte del mondo, corredate da foto ironiche o scattate in contesti spettacolari - fuori dalle mete turistiche più battute - sono seguite da più di cinquemila persone. Molte di queste sono ragazzi, insoddisfatti del lavoro o degli studi che hanno intrapreso, che chiedono a Mirko la chiave per raggiungere la piena realizzazione di sé. Zambon, diplomatosi nel 2013 al Dal Cero di San Bonifacio come perito informatico, aveva iniziato a lavorare giovanissimo nell’Est veronese nell’organizzazione di feste ed eventi, a cui partecipavano centinaia di ragazzi. Dopo la maturità ha trovato impiego come magazziniere in un’azienda di San Bonifacio ma quel tipo di vita, alienante e senza prospettive, non lo soddisfaceva affatto. Uno spirito libero come lui – tra le sue passioni ci sono infatti il motocross e il paracadutismo – aveva bisogno di grandi spazi, di cieli da abbracciare, di poche regole che lui stesso e non altre persone potevano impartirgli. «Per trovare questa nuova dimensione e misurarmi con le mie fragilità, ma anche con le mie risorse interiori, sono partito due anni fa alla volta dell’Australia, senza sapere una parola di inglese e con un budget limitato», riferisce il giovane. «Mi sono riproposto di vivere in un furgone per risparmiare i soldi dell’alloggio e di farmi aiutare dalla gente del posto quando avrei avuto la necessità». All’inizio è stata dura. In pochi mesi Zambon aveva già finito i soldi e non aveva denaro sufficiente né per acquistare la benzina né per mangiare. Tuttavia non ha ceduto alla tentazione di chiedere soldi ai familiari in Italia, che pure l’avrebbero aiutato senza problemi. Ha iniziato a lavorare nelle fattorie, a fare il giardiniere, l’imbianchino, l’artigiano, quello che capitava. Poche settimane di lavoro gli davano la possibilità di comprarsi il cibo, di girare l’Australia con la sua casa viaggiante, quello che lui ha soprannominato il «Gingisbangi Van», e di vivere finalmente appieno la sua vita. Ha trascorso così gli ultimi due anni, conoscendo Pauline che si è unita a lui, percorrendo tutta la parte ovest e nord della nazione degli Aborigeni. Il sogno nel cassetto, dopo che avrà concluso il viaggio on the road in Asia, è di rientrare in Australia per visitarne il sud e poi di partire per tornare in Italia via terra. «Sono conscio dei sacrifici, delle difficoltà e dei costi di un viaggio simile: per questo sto cercando uno sponsor che mi sostenga». È l’appello di Mirko, l’avventuriero roncadese, nella speranza che chi lo segue da tempo sui social lo aiuti anche a realizzare questo grande sogno. •

Paola Bosaro

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