<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Messa in contrada
per padre Ignazio
aspirante beato

Amorevole, mite di cuore e, a ragion veduta, pure paziente. Dopo sei anni abbondanti di silenzio sul processo di beatificazione che lo riguarda, il Servo di Dio padre Ignazio Beschin sembra essersi guadagnato pure questa virtù.

La conferma arriva da un «nulla di nuovo» che accomuna sia il convento francescano di Chiampo che la cancelleria della Curia di Vicenza. Se la canonizzazione sembra dunque farsi attendere più del previsto (era stata preannunciata per la primavera del 2010), è invece regolarissimo l’appuntamento con cui, oggi ai Potacci di Castello di San Giovanni Ilarione, si ricorda la nascita dell’aspirante Beato. Il ritrovo nella contrada che diede i natali a «Mira» (da bambino lo chiamavano così) sarà alle 19,30 per la celebrazione di una messa.

Padre Ignazio, ma forse sarebbe meglio dire Giuseppe, nacque ai Potacci il 26 agosto del 1880 e si ritrovò parte di una famiglia che sarebbe arrivata a contare 14 figli. La vivacità non gli mancava (il soprannome si spiega con l’abilità a centrare i bersagli col lancio dei sassi) e quando a 13 anni disse a papà Arcangelo e a mamma Luigia Zanmichele che voleva entrare al seminario di Chiampo guidato da padre Angelico Melotto (che nel 1923 sarà ucciso in Cina e diventerà martire della Chiesa) lasciò tutti di stucco. I genitori lo assecondarono e due anni dopo Giuseppe iniziò il noviziato a San Francesco del Deserto.

L’ordinazione presbiterale, e la scelta del nome Ignazio, arrivò il 10 agosto 1903. Dottore in teologia morale e anche in diritto canonico, venne destinato a Roma: fu nella capitale che trascorse gran parte della sua vita adempiendo a una serie di importanti incarichi assegnatagli sia dalla Santa Sede che dall’Ordine francescano.

Padre Ignazio visse in prima persona anche il dramma del primo conflitto mondiale come fante itinerante.

Di lui ha lasciato un ricordo di uomo umile e mite: è di lui che si parla con i titoli di apostolo del confessionale, direttore d’anime, modello di carità evangelica, mirabile intreccio di virtù, anima serafica. Si spense a Chiampo il 29 ottobre 1952.

Il processo canonico per la beatificazione si aprì il 13 maggio 1979: l’anno dopo padre Beschin fu proclamato Servo di Dio. P.D.C.

Suggerimenti