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Meno bambini, istituti comprensivi a rischio

Edoardo Pallaro, sindaco di Montecchia di Crosara
Edoardo Pallaro, sindaco di Montecchia di Crosara
Edoardo Pallaro, sindaco di Montecchia di Crosara
Edoardo Pallaro, sindaco di Montecchia di Crosara

Calo demografico, Istituti comprensivi a rischio. «Non si tratta di un allarme», come lo stesso dirigente scolastico Ugo Carnevali sottolinea, «ma di un possibile rischio alla luce dei dati presenti nelle analisi comunali. Credo sia opportuno valutare una possibile riorganizzazione degli istituti presenti sul territorio». Così il dirigente dell'Ic di San Giovanni Ilarione e Vestenanova, che regge anche quello di Montecchia di Crosara e Roncà, ha scritto in una comunicazione indirizzata ai sindaci di Montecchia Edoardo Pallaro e a quello di Roncà Roberto Turri. Dei due istituti comprensivi quello che rischia prima di non avere più i 600 iscritti che per legge consentono la sua esistenza è infatti quello che riunisce le scuole dei due paesi. «Quest'anno siamo partiti con 636 alunni, a settembre ce ne saranno 612 ma per l'anno scolastico 2020-2021 la previsione è di 582: si ritiene che questi dati determinino scelte di politica scolastica sul territorio che portino a considerare una possibile riorganizzazione complessiva degli istituti in esso attualmente presenti per evitare che la scrivente istituzione scolastica possa perdere sia la direzione sia l'importante ruolo di direttore dei servizi generali e amministrativi». SERVONO ALUNNI, dunque, alunni che possono arrivare dall'anagrafe o facendo crescere la competenza del comprensivo, ad esempio inglobando qualche scuola dell'infanzia che da paritaria potrebbe diventare statale. Certo, la partita non sarebbe semplice perché lo Stato sempre più difficilmente concede questa trasformazione che comporta l'assunzione di nuove importanti spese per le casse centrali. È una possibilità (sono tre le paritarie attive tra Montecchia e Roncà), ma non la sola via d'uscita. Roberto Turri a Roncà si sente un po' più sereno: «Nel 2017 abbiamo registrato 42 nuove nascite, il doppio rispetto a realtà contermini che hanno quasi 800 abitanti in più», dice il primo cittadino. Poi entra in argomento: «Ero e rimango favorevole alla possibilità di una riorganizzazione complessiva, anche sull'ipotesi dell'attivazione di una sub-segreteria a Roncà. Quanto tempo è che il nostro Istituto comprensivo non ha un dirigente titolare? È evidente», considera Turri, «che la sede non è appetibile. Io credo che sia sempre più necessario approcciarsi alle situazioni con una logica sovracomunale e che l'aggregazione di territorio sia quanto mai attuale e abbiamo l'esempio di alcune associazioni sportive davanti». Se Turri, dunque, rimette sul tavolo una riorganizzazione complessiva, Pallaro dal canto suo ritiene che «si debba fare tutto il possibile per mantenere la dirigenza di Montecchia. A suo tempo, quando si ipotizzò una riorganizzazione che l'avrebbe fatta sparire, ci opponemmo: avevamo un istituto grande, nuovo e farsi portar via la direzione sarebbe stato un affronto ai cittadini. Diciamo che la soddisfazione, per un decennio, ce la siamo presa. Io non me ne occuperò direttamente, siamo a fine mandato e credo sia impossibile iniziare una battaglia adesso. Di sicuro credo che qualche soluzione possa esserci, dall'asilo statale all'accorpamento del biennio di scuola superiore sul quale si sta riflettendo ma è ovvio che se non ci saranno i numeri non ci saranno alternative. Abbiamo resistito perché l'ho voluto fortemente», considera Pallaro, «credo si cercherà in tutti i modi la soluzione che, salvaguardando l'interesse di tutte le persone coinvolte, possa mantenere l'autonomia». Nel frattempo, però, il prossimo anno scolastico Montecchia perderà una prima elementare mentre a Roncà accadrà l'anno successivo. •

Paola Dalli Cani

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