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Mamma Anna riapre grazie alle vaccinazioni

Fulvio Soave  patron del refettorio davanti al centro vaccinale che ha accolto anche i senza tetto  FOTO DIENNEFOTO
Fulvio Soave patron del refettorio davanti al centro vaccinale che ha accolto anche i senza tetto FOTO DIENNEFOTO
Fulvio Soave  patron del refettorio davanti al centro vaccinale che ha accolto anche i senza tetto  FOTO DIENNEFOTO
Fulvio Soave patron del refettorio davanti al centro vaccinale che ha accolto anche i senza tetto FOTO DIENNEFOTO

Di nuovo a tavola al refettorio di Mamma Anna, al chiuso. È stato possibile per i 25 utenti della mensa per indigenti alla Casa della giovane di San Bonifacio che sebbene «invisibili» si sono sottoposti alla vaccinazione anticovid. Metà di loro ha provveduto in autonomia, quando ha capito che sarebbe bastato presentarsi anche senza documenti e prenotazione a uno degli hub vaccinali, mentre agli altri hanno pensato Fulvio Soave, patron del refettorio, e alcuni volontari. L’allarme lo aveva lanciato Soave ad agosto quando è diventato obbligatorio il Green pass per mangiare al chiuso: Soave subito aveva sfruttato gli spazi esterni al refettorio realizzando una mensa all’aperto ma poi aveva sollevato il problema in vista dell’autunno inverno. «L’assessore ai servizi sociali Anna Sterchele e l’Ulss 9 hanno prontamente risposto come anche i nostri utenti: il rischio di non poter più contare sul pranzo garantito ha fatto il resto», spiega Soave. Due settimane per organizzare una sessione vaccinale straordinaria che il Comune era pronto a ospitare al punto tamponi scolastico di sala Castellani, all’ex Consorzio agrario, con i medici del Cesaim (Centro salute immigrati) pronti assieme all’équipe che si occupa di medicina delle migrazioni del Sisp dell’Ulss 9, «ma delle 25 persone di cui avevamo raccolto l’adesione, poco più della metà aveva già provveduto autonomamente. A quel punto non ci sembrava corretto mobilitare una tale organizzazione per una decina di persone e grazie ancora una volta a servizi sociali e Ulss abbiamo trovato la quadra». I frequentatori del refettorio, dunque, sono stati accompagnati al Palaferroli, «perché, anche grazie alle richieste pressanti da parte dei medici volontari del Cesaim, la Regione ha regolamentato la vaccinazione delle persone senza documenti o senza fissa dimora. Ci si può vaccinare ovunque e al Palazzo della sanità», spiega Luisa Caregaro, responsabile del Cesaim, «grazie alla strettissima collaborazione con l’équipe della dottoressa Chiara Postiglione, facilitiamo le cose già a partire dall’anamnesi. La vaccinazione è libera e per ragioni di sanità pubblica deve essere garantita a chiunque ne faccia richiesta. Non importa se sprovvisto di documenti o codice fiscale. Si fa e si fissa la seconda dose come faremo il 22 ottobre, quando attendiamo il ritorno di 50 persone». L’unico problema dell’organizzazione è rappresentata dal Green pass in senso stretto: «È una certificazione che passa per il possesso di alcuni documenti. È un tema che si sta affrontando, ma nel frattempo chi si vaccina può esibire il certificato di vaccinazione», conclude Caregaro. Problema risolto, dunque, per oggi e per il futuro: «Devo davvero ringraziare l’Ulss 9, a partire dal direttore generale Pietro Girardi, con il lavoro di squadra è stata messa a punto un’esperienza che diventerà prassi».•.

Paola Dalli Cani

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