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«Mai come adesso i libri sono la chiave per interpretare i tempi»

Paolo Ambrosini
Paolo Ambrosini
Paolo Ambrosini
Paolo Ambrosini

* La Giornata mondiale del libro: è l’occasione per noi, popolo di lettori timidi e quasi impauriti, di prendere coscienza di quanta sia la distanza che ci separa dai nostri cugini europei: solo quattro italiani su dieci leggono un libro all’anno, contro i sette su dieci tedeschi e i nove su dieci della Norvegia. Oggi parlare di libri e di lettura in Italia è elitario, nel senso di riservato a pochi che, diversamente dalla massa, considerano questo esercizio importante per sé e per le loro comunità; ed è proprio questo il problema principale: la lettura, in Italia, non è mai stata considerata come un’opportunità da cogliere per lo sviluppo del Paese ma sempre come un diversivo, un ozio; mentre laddove si investono risorse importanti per la sua diffusione, cresce il benessere socio-economico. In fondo nei libri si ritrova l’uomo, la sua vita; la loro lettura le loro storie, sono un modo per noi di crescere come persone e come cittadini, E oggi forse più che in passato abbiamo bisogno di libri e di lettura per interpretare al meglio il presente: le migrazioni, i rapidi cambiamenti socio-economici, l’affermarsi di nuove culture, il crollo delle ideologie, la perdita del senso di comunità , il prevalere dell’io sul noi... capire e comprendere tutto questo da soli è difficile e per questo nel Paese vi è un profondo sentimento di scoramento e di ricerca delle soluzioni più rassicuranti, che però non sempre tengono conto della complessità del momento che stiamo vivendo. Ma i libri per arrivare nelle mani del lettore hanno bisogno, ancor più in questo difficile momento storico, di mediatori preparati e competenti: i librai italiani, che quotidianamente vengono a contatto con la ricca produzione editoriale e che quindi, meglio di chiunque altro, possono aiutarci a trovare la storia giusta, quella che magari stavamo cercando senza esserne in realtà consapevoli; le librerie tutte, con i loro appassionati librai, sono un grande deposito di opportunità per tutti noi, per il nostro Paese, per ritrovare quello slancio ideale che ha fatto nei secoli scorsi dell’Italia uno dei motori del cambiamento. Per questo noi librai di Ali Confcommercio siamo convinti che la lettura e le librerie siano un valore che il Paese deve riscoprire: dobbiamo credere nella lettura, dobbiamo far capire ai nostri figli che frequentare le librerie, i librai, i libri e le loro storie fa bene a loro e al Paese in cui vivono; per questo si deve investire come sistema-Paese perché nelle case ci siano i libri da leggere e da sfogliare, per far sì che diventino un patrimonio familiare. Il modo più efficace che dia un segnale alle famiglie di quanto sia utile la conoscenza e la formazione è in quel provvedimento, da ormai troppo tempo da Ali Confcommercio sollecitato, che preveda la detrazione fiscale delle spese di acquisto dei libri: e allora finalmente avremmo le case degli italiani piene di libri. * Presidente nazionale di Ali (Associazione librai italiani) Confcommercio

Paolo Ambrosini *

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