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Le Iene indagano in provincia «Questa è la truffa del petrolio»

Un fermo immagine del servizio delle Iene. L’inviato è Luigi Pelazza
Un fermo immagine del servizio delle Iene. L’inviato è Luigi Pelazza
Un fermo immagine del servizio delle Iene. L’inviato è Luigi Pelazza
Un fermo immagine del servizio delle Iene. L’inviato è Luigi Pelazza

Paola Bosaro «Le Iene» di Italia 1 sollevano il coperchio sul giro d'affari, e la presunta frode fiscale, nel settore carburanti e cercano, senza successo, di avere chiarimenti da due ditte della provincia: la Cordioli Petroli srl di Sommacampagna e la Energy Group srl di Cologna Veneta. Nella recente puntata della trasmissione d'inchiesta di Mediaset, andata in onda martedì scorso, il servizio della «iena» Luigi Pelazza ha coinvolto due importanti società che commercializzano carburanti con sede nel Veronese. L'argomento trattato dal giornalista era l'acquisto e la vendita di ingenti quantitativi di benzina a prezzi talmente bassi da risultare fuori mercato. Se è vera l'ipotesi avanzata dalle Iene, ogni anno, grazie alla frode dell'Iva nella compravendita di carburante, lo Stato perderebbe dai 4 ai 5 miliardi di euro. I giornalisti in giacca e cravatta nere sono partiti dai prezzi bassi per ricostruire il «trucco» escogitato per evadere l'erario. Pelazza ha spiegato il valore del cosiddetto Platts, un’unità di misura utilizzata dai benzinai per spiegare a quale costo al litro acquistino la benzina dalle compagnie. Un Platts equivale al prezzo del gasolio stabilito dal mercato, a cui vanno aggiunte le accise. Quando la compagnia petrolifera vende alla pompa di benzina aggiunge i Platts per recuperare le spese e per guadagnare. Le società che riescono a stabilire un prezzo concorrenziale vendono a un Platts più 40. «Come possono dunque alcuni benzinai acquistare carburante a un Platts più 10?», si sono chieste le Iene. I giornalisti di Italia 1 hanno cercato di rispondere a questa domanda, andando in Slovenia, da dove sembra arrivi gran parte della benzina venduta dai distributori italiani più economici. Ma neanche in Slovenia si riesce a comprare il carburante a buon mercato perché viene applicato un Platts più 75, comprendente anche le spese di trasporto fino in Italia. Per avere spiegazioni sui prezzi troppo bassi della benzina, Pelazza ha bussato alla porta della Cordioli Petroli. Ma il titolare ha sbattuto la porta in faccia alla «iena», negando l'intervista. D'altro canto, pochi giorni dopo il servizio, sarebbe stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Pavia proprio il figlio del titolare, Alessandro Cordioli. Le indagini sul «Fuel Discount» hanno rilevato un debito tributario per circa 70 milioni con l’erario. Cordioli avrebbe acquistato benzina sottocosto dalla Tecnopetrol, realizzando operazioni inesistenti di cui beneficiava detraendo l'Iva o, in altri casi, prestandosi a fatturare le vendite per Tecnopetrol e ricevendo per il ruolo svolto provvigioni in contanti. Molti camionisti che riforniscono le autocisterne a Capodistria, però, hanno riferito alle Iene che la loro destinazione è Cologna Veneta, ovvero il deposito della Energy Group, dove entrano circa 50 tir ogni giorno. Pellazza ha perciò seguito le autocisterne in partenza dalla Slovenia fino a Cologna. Un finto benzinaio interessato ad acquistare carburante a Cologna ha domandato al titolare Andrea Bellan come sia possibile acquistare e vendere benzina a prezzi così bassi. E Bellan, ha citato la figura di un intermediario olandese. Nella ricostruzione delle Iene, ecco cosa avverrebbe in alcuni depositi di benzina italiani: «Tra chi compra all'estero e chi vende, si inserisce una terza figura, il broker», hanno spiegato nel servizio di Italia 1. «È lui che compra a un prezzo alto in Slovenia per vendere sottocosto in Italia. E riesce a farlo perché i depositi italiani (come Cordioli ed Energy Group) gli pagano il prezzo stabilito per il gasolio più l'Iva ma il broker, a sua volta, non versa l'imposta allo Stato». Quando Pellazza ha preso microfono e telecamera per chiedere conto di questi passaggi illeciti, la famiglia Bellan ha bruscamente cambiato atteggiamento e ha cacciato i giornalisti, chiedendo pure l’intervento dei carabinieri. Ma la troupe televisiva aveva raccolto sufficienti informazioni per la propria inchiesta. •

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