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La strada delle Motte più che una via

La strada delle Motte, in Comune di Palù
La strada delle Motte, in Comune di Palù
La strada delle Motte, in Comune di Palù
La strada delle Motte, in Comune di Palù

Quanto a buche, la strada delle Motte batte la Roma di Virginia Raggi? Più d’uno se lo chiede in paese, considerate le condizioni in cui si trova la retta tra i campi lunga poco più di due chilometri che congiunge il capoluogo con Albaro, frazione di Ronco. La strada lambita da fossi su entrambi i lati, accoglie un discreto traffico locale. Ma, come sottolineano gli utenti, percorrendola si corre il rischio di rimetterci gli ammortizzatori dell’auto. In più punti le buche sull’asfalto generalmente piuttosto ammalorato sono profonde anche una decina di centimetri. Finiti dentro, il sobbalzo dà l’impressione di aver scassato il mezzo. Non solo, il breve pezzo di strada tra la storica Corte delle Motte e l’incrocio con via Colombarotto accusa poi vistosi abbassamenti di carreggiata verso il fosso Storto. Probabilmente sono stati i carichi troppo pesanti rispetto alla portata della strada a far slittare sensibilmente la banchina verso il corso d’acqua. Stante le lamentele, insomma, se non si sta attenti la situazione della strada, ormai da tempo ai minimi termini, rischia d’essere dirompente. Il sindaco Gianni Brigo dice che le precarie condizioni della retta Motte non gli è sfuggita, che l’amministrazione municipale ha già stanziato i soldi per «acquistare un po’ d’asfalto. Purtroppo però il nostro piccolo Comune conta un solo operaio a fronte di tante cose da fare. Quindi passerà un po’ di tempo prima che questi possa provvedere». Lo smottamento verso il fosso Storto della strada? «Via Motte era nata come strada di vicinato destinata ai mezzi agricoli, nel frattempo passati da portate massime di 150 quintali a 3-400», argomenta ancora il sindaco. «Un’ipotesi risolutiva potrebbe essere limitare i carichi, ma in questo caso servirebbero controlli da parte dei vigili urbani, dei quali disponiamo per poche ore la settimana. Una seconda soluzione potrebbe essere la chiusura della strada, che tuttavia non si può fare per l’impossibilità di impedirne la percorrenza ai frontisti che si recano nei loro fondi. L’ipotesi più realistica appare quella, grazie al beneplacito già concesso dal consorzio di bonifica, di allargare, consolidandolo, il tratto finale di strada che sbocca in via Colombarotto. Fatto questo bisognerà poi trovare le risorse necessarie ad asfaltare tutta la retta», conclude Brigo. Come dire: si profilano tempi piuttosto lunghetti per riportare la strada delle Motte alla planarità. •

Piero Taddei

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