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La San Giovanni apre a nuovi ospiti

In primo piano, uno degli ospiti della casa di riposo durante le giornate di lockdown
In primo piano, uno degli ospiti della casa di riposo durante le giornate di lockdown
In primo piano, uno degli ospiti della casa di riposo durante le giornate di lockdown
In primo piano, uno degli ospiti della casa di riposo durante le giornate di lockdown

Hanno superato indenni il contagio da coronavirus, senza alcun decesso, i 60 ospiti della residenza per anziani San Giovanni Battista di Soave, struttura di assistenza gestita dalla Fondazione Oasi che da mercoledì 3 giugno tornerà ad aprire le porte alle visite dei parenti. Dopo i primi due mesi di chiusura assoluta della struttura di via Mere, decisione che è diventata operativa dal 24 febbraio, durante i quali gli operatori mettevano in contatto i familiari solo tramite videochiamata o comunicando per telefono, nelle scorse settimane è stata messa a punto una nuova modalità: la visita dal balcone. «Accettavamo che i parenti dei nostri ospiti entrassero nel parcheggio della struttura», spiega il direttore dell’Oasi San Giovanni Battista Pierluigi Pelosato, «consentendo agli anziani di affacciarsi dai balconi delle stanze e di salutare così a distanza i propri cari. Una distanza di sicurezza assoluta, ma che garantiva un contatto visivo». «A partire da questo mercoledì accorceremo ancora le distanze», promette Pelosato, «consentendo ai familiari di intrattenersi con i nostri ospiti in una saletta riservata alle visite: saranno separati dai congiunti da un vetro di protezione. Sempre a partire dal 3 giugno, inizieremo ad accogliere anche nuovi ospiti nella struttura, persone che sono in attesa di entrare da prima del lockdown». «Questo è stato un periodo trascorso in un clima di serenità», dice il direttore, «grazie ai 55 operatori che si sono prodigati nel rassicurare anziani e familiari, operando sempre con i dispositivi di protezione personale. Assieme alla presidente del comitato dei familiari, Giovanna Zago, abbiamo messo a punto le modalità di sicurezza per garantire il distanziamento, ma permettendo da ora agli anziani di essere in presenza dei loro cari. Attualmente all’interno della residenza si vive una normalità controllata». Durante l’emergenza sanitaria, tra i 60 ospiti della residenza per anziani soavese, sono stati registrati solamente due casi di contagio da Covid, prontamente isolati: attualmente si stanno negativizzando. Nessun contagio c’è stato tra i 55 dipendenti che operano nella struttura. «Certamente c’è voluta una buona dose di fortuna, ma questo risultato è frutto delle procedure attuate fin da subito dall’amministrazione della casa di riposo», sottolinea il sindaco Gaetano Tebaldi, «e anche grazie alla professionalità dei dipendenti e all’utilizzo fin da subito di camici e mascherine». «Dispositivi di protezione personale che diventeranno un obbligo d’ora in avanti per i dipendenti, non solo le mascherine, ma anche le visiere», assicura Pelosato. «Dpi che non sono mai mancati nella struttura, grazie anche alle associazioni di volontariato che hanno aderito al programma Soave Solidale», fa sapere il consigliere delegato ai servizi sociali Angelo Dalli Cani. Le attività per gli ospiti, durante la chiusura totale, non sono mai mancate, anzi, semmai sono state intensificate, con la regia del personale medico e della psicologa della casa di riposo. «Abbiamo organizzato sia la festa del papà, sia la festa della mamma», ricorda il direttore, «giorno nel quale abbiamo fatto sentire i saluti dei familiari a tutte le ospiti. Per Pasqua abbiamo potuto far vedere la messa dalla chiesa parrocchiale di Soave in streaming e poi abbiamo servito un pranzo pasquale, non con gli anziani chiusi dentro le loro stanze, ma nel salone, pur mantenendo un distanziamento adeguato tra gli ospiti». •

Zeno Martini

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