<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

La pista ciclopedonale della discordia

La pista ciclopedonale  che ha dimezzato in larghezza via Monti Lessini FOTO PECORA
La pista ciclopedonale che ha dimezzato in larghezza via Monti Lessini FOTO PECORA
La pista ciclopedonale  che ha dimezzato in larghezza via Monti Lessini FOTO PECORA
La pista ciclopedonale che ha dimezzato in larghezza via Monti Lessini FOTO PECORA

A Lavagno, dove a causa della chiusura degli svincoli della Tangenziale sud a Vago il traffico è da mesi più caotico del solito (per lavori della Società autosatrade sull’A4), anche la recente inversione di marcia di una strada a senso unico - via Monti Lessini - sta contribuendo ad alimentare le critiche degli automobilisti esasperati. Il fatto è che il senso unico si è reso necessario per la realizzazione della ciclopedonale nella stessa via Monti Lessini che ha dimezzato la larghezza della strada, opera per la quale è stato tirato in ballo l’ex sindaco Simone Albi. Una decisione dell’attuale amministrazione, che ha invertito da qualche settimana il senso di marcia originario del senso unico, ha fatto il resto. In pratica: gli scontenti sono stati accontentati, chi era contento della prima soluzione ora si lamenta. Chiamato in causa, Albi (anche a nome degli ex assessori David Di Michele e Alessandra Sponda, passati nel frattempo all’opposizione e divenuti assessore provinciale il primo e consigliere regionale la seconda), ricorda che la pista ciclabile che collega le frazioni di Vago e San Pietro “prevedeva in origine il senso di marcia lungo via Monti Lessini da Sud verso Nord, proprio come oggi. L’appalto per la pista era del tipo integrato, cioè le ditte proponevano anche il progetto assieme all’offerta economica”. Albi ricorda, poi, di aver interpellato la Provincia, in seguito al quale si decise “di invertire il senso di marcia proposto dal progetto vincitore mediante una variante, essenzialmente per cinque motivazioni. Si dava sfogo al traffico, sicuramente maggioritario, proveniente da San Pietro e dalla Val d’Illasi, soprattutto nelle ore di punta. Si consentiva ai genitori dei bambini e dei ragazzi provenienti dalla zona Nord del Comune di portarli agevolmente a scuola senza intasare via San Rocco in direzione Vago. Si interrompeva, più o meno a metà, il lungo rettilineo in direzione Nord–Sud su via Monti Lessini, rendendolo meno pericoloso soprattutto per la velocità di percorrenza”. “Nell’inversione di marcia a cui erano costretti, dopo essersi incastrati nel sottopasso dell’autostrada, statisticamente risultavano maggiori e più problematici i mezzi pesanti che provenivano da Vago rispetto a quelli da San Pietro. Infine”, aggiunge Albi, “si sgravava la frazione di Vago e via Monti Lessini da parte del traffico veicolare”. Dopo la realizzazione della pista, poche le critiche e le lamentele ricevute. Ad opera ealizzata, constata ancora l’ex sindaco, “non mi sembra si siano verificati problemi viabilistici degni di nota. Anzi, forse, ne abbiamo risolto qualcuno. Il paradosso sta anche nel fatto che, addirittura dopo la chiusura dell’ingresso della tangenziale sud, avvenuta qualche mese fa, non ci furono problematiche viabilistiche di rilievo nella frazione. Le uniche flebili voci di contrarietà al tempo sono arrivate da un gruppo, fra l’altro minoritario, di commercianti di Vago i quali sostenevano che sulla strada regionale ci fosse un minor flusso di veicoli a danno dei loro fatturati”. “Il dato di fatto oggettivo e incontestabile è che, dopo l’inversione di marcia in questa via, i problemi di transito intorno a Vago e soprattutto sul ponte di via San Rocco sono diventati di difficile sostenibilità. Tutto il resto, soprattutto rimandi di responsabilità e riferimenti a chi ha proposto e realizzato la pista ciclopedonale, sono frutto di considerazioni svolte in malafede o per cercare (a mio avviso malamente) di sgravarsi da scelte che forse andavano quanto meno rinviate o soppesate in modo più approfondito”, continua Albi, Una parola Albi la vuol dire anche sull’annuncio dell’introduzione del senso unico nella località Casette decretato recentemente dalla Provincia. “Perché oggi -fra l’altro in un momento già critico dal punto di vista viabilistico- si sia scelto (sembra in via temporanea e sperimentale) di rendere a senso unico il transito a Casette non mi è noto. Al riguardo posso solo dichiarare che negli anni scorsi numerosi sono stati i tentativi da parte del Comune di San Martino Buon Albergo e della Provincia di convincerci della bontà di tale proposta, tutti rispediti al mittente”. Nei confronti di quest’ultima affermazione dell’ex sindaco, David di Michele, ora vicepresidente della Provincia e assessore nella amministrazione Albi, ci tiene a precisare: “Oggi le cose sono cambiate rispetto al passato e la decisione attuale della Provincia è stata preceduta da due incontri per discutere la viabilità nei due Comuni di Lavagno e di San Martino Buon Albergo arrivando alla soluzione concorde presa per migliorarla e per cercare temporaneamente di ridistribuire il traffico in attesa della riapertura degli accessi della tangenziale sud ora bloccati a Vago”. •.

Giuseppe Corrà

Suggerimenti