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La pioggia si è mangiata le ciliegie

La pioggia si mangia le ciliegie: al Mercato cerasicolo manca all’appello il 60% della frutta. Le speranze dei cerasicoltori, dei commercianti e dei consumatori sono ora affidate ai prossimi 25 giorni di una stagione partita faticosamente e proseguita tra grandi difficoltà. A quattro settimane dall’apertura del Mercato cerasicolo di Montecchia, il bilancio di metà stagione che accompagna tradizionalmente l’avvio della Festa della ciliegia (manifestazione che approda alla 85ª edizione e che inizia stasera con la musica afro di dj Morgan dalle 21) è un bilancio assolutamente relativo. «La stagione è in ritardo, è un po’ come se fossimo alla seconda settimana e non alla quarta», esordisce Davide Danese, presidente dell’Associazione cerasicoltori Montecchia. «Basta dire che con la qualità Mora siamo solo all’inizio mentre normalmente in questo periodo saremmo stati a metà». LA COLPA è dello sfavorevole andamento climatico, delle abbondanti piogge più che del freddo, e per alcuni ciliegeti anche della grandine. La batosta per le qualità precoci c’è stata tutta e in alcune zone, fortunatamente molto limitate, la grandine s’è portata via tutto. «Manca all’appello il 60% della frutta», conferma Andrea Braga, direttore del mercato monscledense, «ci siamo trovati ad accogliere 20-30 quintali di frutta al giorno contro i 70 quintali che sarebbero stati la norma ed oggi viaggiamo sui 70 quintali quando dovrebbero essere 150». Il poco prodotto disponibile viene giudicato molto buono, anche l’apprezzamento c’è tutto, «le eccellenze arrivano a 4 euro al chilo, quello medio a 2,50 euro ma è davvero molto difficile. Il rischio è rappresentato dalla questione della marginalità, dal rischio di impresa, dalle possibili ondate di frutta dall’estero. Mancando una quantità importante manca anche il reddito lordo e le difficoltà sono anche per tutta la filiera: la mancanza di prodotto aumenta inevitabilmente i costi di gestione». Sembra davvero una beffa se si pensa che alla vigilia del 12 maggio, il giorno in cui il mercato alla produzione ha aperto i battenti, era partita una campagna di lanci di Trichopria drosophilae (l’insetto antagonista del la Drosophila suzukii) tra l’altro pagata in parte dallo stesso Mercato. «In questo momento del moscerino cinese non c’è traccia e dobbiamo augurarci che le temperature rimangano alte così salveremo ciò che c’è e non si innescheranno condizioni favorevoli allo sviluppo sui frutti rimasti sulle piante». La preoccupazione c’è tra i cerasicoltori, la variabilità meteorologica mai come per questa stagione condiziona la stabilità dei bilanci ma davanti ci sono 20-25 giorni ancora e le ciliegie medie di collina, area in cui la frutta ha tenuto un po’ di più, sono all’inizio. E le Golose, cioè le perle della cerasicoltura locale? «Più che perle quest’anno sono rubini», dice Danese, «da inizio stagione abbiamo visto passare al massimo dieci chili di frutta con pezzatura oltre 30. È una stagione difficile, lo conferma il fatto che a Montecchia arrivano commercianti da Marostica per avere le ciliegie perché il problema conseguente è la perdita di clientela. Il Mercato cresce, abbiamo un 10% di aziende nuove e una decina di nuovi conferitori serali e questa è la conferma che la scelta fatta cinque anni fa era corretta. Da venerdì apriremo anche alla grande distribuzione organizzata», conclude Danese, «sarà possibile pur con volumi molto ridotti ma lavoreremo con un unico obiettivo: accontentare tutti ottimizzando i redditi di tutti». •

Paola Dalli Cani

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