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L’ospedale di comunità cresce: 24 letti per 300 ricoveri all’anno

Sindaco, amministratori e politici alla firma della convenzione   FOTO PECRA
Sindaco, amministratori e politici alla firma della convenzione FOTO PECRA
Sindaco, amministratori e politici alla firma della convenzione   FOTO PECRA
Sindaco, amministratori e politici alla firma della convenzione FOTO PECRA

Firmata la convenzione, nel parco della casa di riposo a Tregnago, tra la Fondazione Fermo Sisto Zerbato e l’Ulss 9 per il potenziamento dell’ospedale di comunità che passa da 15 a 24 posti letto. Hanno sottoscritto l’atto il vicepresidente della Fondazione Emanuele Colombari e il dirigente dell’Ulss 9 Fiorenzo Panziera, sotto gli occhi del sindaco Simone Santellani, del direttore generale Pietro Girardi e degli assessori regionali Alessandro Montagnoli ed Elisa De Berti, presenti anche i consiglieri Giovanna Negro, Orietta Salemi e Stefano Valdegamberi, con rappresentanze dei Comuni della Val d’Illasi, a sottolineare che il risultato è frutto di un lavoro corale che ha visto d’accordo maggioranza e minoranza, amministrazioni di diverso orientamento politico, ma tutti unanimi nel riconoscere la necessità e l’urgenza di questo servizio. La convezione prevede che la Fondazione possa utilizzare gli spazi del secondo piano dell’ex ospedale Massalongo per gestire una Rsa con 30 posti letto e un ospedale di comunità con 24 posti letto, a fronte di una canone di locazione e della compartecipazione alle spese di gestione dell’edificio. L’ospedale di comunità era stato autorizzato nel 2007 in via sperimentale con i primi 15 posti letto, primo in assoluto in Veneto, diventato punto di riferimento per tanti altri sorti negli anni successivi. Con il nuovo piano sanitario la Regione ha previsto la soglia minima di 24 posti letto: a Tregnago si doveva arrivare a questo risultato per non rischiare la chiusura. I mesi di isolamento a causa del Covid-19 hanno rinviato i lavori che dovranno ora partire per l’adeguamento della struttura, ma tempo tre mesi tutto sarà pronto per l’accoglienza a pieno regime. Soddisfazione è stata espressa dal direttore della Fondazione Paolo Rossi che ha presentato gli ospiti e presieduto la cerimonia di sottoscrizione della convenzione. Il vicepresidente Colombari ha detto che «non si tratta di un semplice atto formale ma di un patto col territorio che riceve il 60 per cento in più di posti letto, passando dagli attuali 200 pazienti all’anno ad almeno 300, la maggior parte dei quali torna alla propria casa, a volte con l’attivazione dei servizi domiciliari». Per il direttore generale Girardi «è un impegno importante verso uno standard regionale che dà garanzie di continuità e mi compiaccio anche con gli operatori che vi lavorano per l’impegno straordinario di questi mesi», un riconoscimento che è stato fatto anche da tutti gli altri intervenuti. Valdegamberi, in particolare, dopo aver ricordato che la struttura è stata la prima a nascere e ad essere riconosciuta in Veneto, ha precisato: «La buona gestione ha fatto scuola in tutta la regione e l’ampliamento è il giusto premio. Il fatto che sia stato preso come esempio, ha facilitato anche il nostro compito di amministratori di orientare su Tregnago i posti previsti dalla programmazione». «Infatti non è stata una pianificazione partita dall’alto, ma dal territorio tutto insieme, una risposta che era doveroso riconoscere con questo servizio», ha aggiunto Montagnoli, presidente della prima commissione consiliare, che con De Berti ha portato i saluti del presidente Luca Zaia e dell’assessore Manuela Lanzarin. Gli interventi prima delle firme sono stati conclusi dal sindaco Santellani che ha sottolineato come il risultato sia fondamentale per l’Est Veronese e la Lessinia orientale, «attivato da un lavoro di squadra dell’Ulss 9, della Regione, dei colleghi sindaci d’area, con i quali abbiamo sollecitato di potenziare la struttura per le degenze e la riabilitazione. Aumentare i posti letto in un momento di difficoltà come questo non è stato facile: a tutti va la mia riconoscenza e il plauso delle migliaia di persone che si sentono più tutelate, più al centro di quell’azione politica che spesso è criticata», ha concluso il sindaco. •

Vittorio Zambaldo

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