<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'addio

L'addio a Massimo,
«star» della pizza
della Val d'Illasi

L'addio
Massimo Micco
Massimo Micco
Massimo Micco
Massimo Micco

 

 

Un campione di pizza e di umanità è stato Massimo Micco che ha lasciato a 65 anni l’amato forno, stroncato da una serie di problemi di salute che negli ultimi tempi avevabo sfibrato anche la sua forte resistenza. Grande e corpulento, con la battuta sempre pronta, era l’immagine stessa della salute e della gioia di vivere.

Beneventano originario di San Giorgio del Sannio, era arrivato a Verona nel 1976 per il servizio militare e qui oltre alla fortuna di un lavoro che per 25 anni lo ha visto chef di generali e ufficiali al Comando Nato di Verona, aveva trovato l’amore di Maria, la moglie con cui ha condiviso la vita e la gioia di tre figli: Stefano e Sara che portano avanti l’attività della pizzeria “Da Massimo” di Illasi aperta nel 1982 e Andrea che ne ha avviata un’altra a Tregnago.

 

 

 

La fama di Massimo esplose con il primo campionato italiano di pizza vinto nel 1991 e il successivo titolo mondiale l’anno dopo a Las Vegas. La notizia portò a Illasi i media di tutto il mondo e al loro seguito migliaia di clienti attratti prima dalla fama e poi dalla bontà delle sue creazioni. Si deve a Massimo l'invenzione della pizza dessert, una prelibatezza che unisce dolce a salato e del giropizza, oggi conosciuto come pizza gourmet, una soluzione che accontenta i palati di tutti i commensali e che è stata copiata da tante pizzerie. Merito di Massimo anche la scuola per pizzaioli aperta dal 1992 che ha insegnato l’arte bianca a persone da tutto il mondo e ha fatto conoscere il paese ovunque.

 

Ma “Il Campione”, come amava che lo chiamssero, era campione non solo di pizza: per due anni si è dato da fare per organizzare il carnevale del paese; è stato allenatore delle squadra di calcio dei più piccoli; ha organizzato diverse serate benefiche nella sua pizzeria con obiettivi ben mirati, come la costruzione di un pozzo per l’acqua potabile nella missione africana di suor Nadia e la Regione Veneto, con l’assegnazione del Leone d’oro, gli ha riconosciuto il merito di una disponibilità e di un sapere che è anche cultura e promozione del territorio.

I familiari lo hanno salutato in forma privata questa mattina alle 11 nella casa funeraria Arena di Caldiero. «Quando sarà finita l'emergenza coronavirus pensiamo che organizzeremo in suo ricordo una serata o un premio speciale che tramandi la sua passione e la sua generosità», promettono i familiari.

Vittorio Zambaldo

Suggerimenti