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«L’acquedotto non può servire anche Lonigo»

Lo scavo eseguito da Acque del Chiampo e fatto richiudere dal sindaco Provoli
Lo scavo eseguito da Acque del Chiampo e fatto richiudere dal sindaco Provoli
Lo scavo eseguito da Acque del Chiampo e fatto richiudere dal sindaco Provoli
Lo scavo eseguito da Acque del Chiampo e fatto richiudere dal sindaco Provoli

Il sindaco Giampaolo Provoli risponde alla lettera del Prefetto di Verona Mulas in merito all’incidente di agosto con il comune di Lonigo, causato dal tentativo di allacciamento dell’acquedotto vicentino a quello sanbonifacese. Lo scavo stava avvenendo per quattro metri in territorio di San Bonifacio. La lettera prefettizia, diplomatica (vedi box in pagina) dà seguito alla denuncia sporta ai prefetti delle due province il 18 settembre dal sindaco di Lonigo, Luca Restello, contro Provoli, secondo Restello colpevole di aver bloccato i lavori per quell’allacciamento. Per il primo cittadino di Lonigio, infatti, Acque del Chiampo aveva avvisato San Bonifacio (vedi le sue dichiarazioni in pagina). Occorre ricordare che questo allacciamento, in anni recenti e dopo l’esplosione del caso Pfas, era diventato quasi un incubo per San Bonifacio, al centro di polemiche in vari Consigli comunali: i consiglieri di opposizione si facevano portavoce della diceria secondo la quale ci sarebbe stato un collegamento segreto tra i due acquedotti. In realtà ai tempi dell’amministrazione Polo il collegamento era stato sì ventilato ma mai realizzato, anche se citato come ipotesi in alcune lettere di tre - quattro anni fa tra i due gestori degli acquedotti. Provoli infatti smentisce il direttore di Acque del Chiampo che in interviste a L’Arena e al Giornale di Vicenza ha parlato di «interconnessione concordata con Acque Veronesi». «Non c’è mai stato alcun accordo in proposito», ribadisce Provoli, che ha dunque ritenuto abusivo lo scavo dei primi di agosto. Questo il contenuto della lettera inviata dal sindaco di San Bonifacio ai prefetti Salvatore Mulas e Umberto Guidato. «Segnalo il senso di responsabilità del Comune di San Bonifacio e l’ attenzione verso i problemi di Lonigo», scrive Provoli, «infatti l’attraversamento del territorio sanbonifacese da parte del nuovo tubo da un metro che da Belfiore porterà acqua a Lonigo non reca benefici a San Bonifacio. Anzi lo scavo di 4 metri, con occupazione momentanea di 14 attraverso vigneti e coltivazioni, lo penalizza». E aggiunge: «Non si tiene presente il lavoro fatto, in prima persona come sindaco all’interno dell’Ato, per mantenere l’attenzione sui problemi di Pfas delle comunità vicine. Evidenzio che l’acquedotto di San Bonifacio non ha la potenzialità per dare l’acqua agli altri, anche perché a Locara, oltre alle 47 famiglie già allacciate recentemente, altre 50 e più sono in attesa di collegamento, trovandosi in un’area ornita d’acqua solo da pozzi artesiani vicinissimi alla zona rossa da Pfas». Queste nuove utenze satureranno la potenzialità dell’acquedotto di San Bonifacio. Acque Veronesi sta realizzando i progetti: un intervento di oltre 500mila euro. «La cosa che sorprende», conclude Provoli, «è che l’Ato non era a conoscenza del fatto denunciato; Acque Veronesi sapeva solo di alcune lettere interlocutorie del 2014. Sorprende che in questi ultimi quattro anni si sia data la caccia al tubo di collegamento che non esiste». «Sono rammaricato per il comportamento istituzionale del sindaco di Lonigo, che mi pare non informato sui fatti e che quindi abbia solo una impuntatura di cui non si capisce la ragione: è evidente l’ingratitudine nei confronti del Comune di San Bonifacio, che sopporterà gli espropri e i condizionamenti del nuovo tubo per portare 250 litri al secondo di acqua alla centrale di Almisano, opera oggetto di approvazioni dell’Ato e di tante sollecitazioni anche mie perché la questione Pfas fosse sempre sotto i riflettori e che ha portato a un contributo notevole da parte dello Stato con il precedente Governo». La lettera del sindaco ai prefetti è stata inviata in copia anche al sindaco di Lonigo. •

Gianni Bertagnin

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